Dopo il danno la beffa. Perché non solo dopo il 25 luglio la vita per gli Omerovic si è trasformata in un incubo, con la paura che il loro Hasib, 36 anni, sordomuto dalla nascita, non possa più riprendersi dal trauma della caduta da 9 metri dalla finestra della sua camera, ma dall'11 agosto, ossia dal giorno successivo al loro esposto in Procura per chiedere la verità su quanto accaduto per davvero al ragazzo di etnia rom, hanno perso tutto: la casa che gli era stata assegnata dopo anni di attesa, il lavoro al mercatino del padre, soprattutto la tranquillità.
E così se ieri per molti ragazzi romani è stato il primo giorno di scuola, la campanella non ha suonato però per Erika, la sorella 15enne di Hasib e per il fratellino Amir. «Quest'anno ero felice perché avrei dovuto iniziare il primo anno della scuola di formazione professionale per estetiste di Primavalle - affida il suo racconto all'Associazione 21 luglio che ha preso a cuore l'intera vicenda - Non dimenticherò mai il 25 luglio perché quel giorno è successa una terribile tragedia che ha colpito la mia famiglia. Da allora tutti noi viviamo nella paura. Oggi le mie amiche inizieranno la scuola, ma io non potrò entrare in classe perché adesso viviamo a 50 chilometri dalla mia nuova scuola, in attesa che il Comune ci assegni una nuova casa. Questo mi rattrista ancora di più, perché è assurdo che per la paura io debba rinunciare al sogno di una vita normale».
Ma dal Comune, a quanto pare, nessuna risposta.
«L'HANNO BUTTATO GIÙ»
Ossia, secondo quanto riportato anche nell'esposto ai pm, Sonita racconta, nonostante i poliziotti l'avessero isolata nella sala da pranzo, di essere riuscita ad affacciarsi e a scorgere i poliziotti che «hanno fatto le foto» a Hasib, «lo hanno picchiato con il bastone, Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli i calci.. è scappato in camera sua e si è chiuso dentro... loro hanno rotto la porta .. lo hanno preso da piedi e lo hanno buttato giù». Una scena agghiacciante su cui ora sono in corso indagini della Squadra mobile. I poliziotti nella loro relazione in Procua negano: «Mai toccato». Sonita avrebbe la capacità cognitiva di una bambina, la sua attendibilità potrebbe vacillare. «Ma è pur vero il contrario - spiega il legale - che difficilmente potrebbe fantasticare». La famiglia Omerovic tramite l'associazione, incalza: «Dall'11 agosto abbiamo chiesto un cambio alloggio al Comune, da allora neanche una risposta. Da Primavalle, dopo quel clima di caccia alle streghe, siamo dovuti andare via».