Omerovic, perché gli agenti non potevano entrare in quella casa. L'ipotesi: i superiori potrebbero averli aiutati a coprire gli abusi

L’identificazione dell’uomo precipitato non giustificava l’irruzione nel palazzo

Omerovic, perché gli agenti non potevano entrare in quella casa
Omerovic, perché gli agenti non potevano entrare in quella casa
di Valeria Di Corrado
Lunedì 19 Settembre 2022, 00:11 - Ultimo agg. 11:59
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Ufficialmente quello in via Gerolamo Aleandro, nel quartiere popolare di Primavalle, a Roma, doveva essere un intervento finalizzato all’identificazione degli inquilini. Questa era la disposizione impartita dalla vice dirigente del commissariato locale, Laura Buia, rimossa dal suo incarico insieme allo stesso dirigente Andrea Sarnari, entrambi destinati dal Dipartimento di Pubblica sicurezza ad altri ruoli di ufficio. I quattro agenti, indagati dalla Procura capitolina (a seconda delle posizioni) per tentato omicidio e falso, sarebbero quindi dovuti restare sull’uscio, senza varcare la soglia della porta d’ingresso. Anche perché non avevano un mandato spiccato dalla Procura per fare irruzione nell’appartamento. Invece alle 12,29 del 25 luglio scorso sono entrati in quella casa, non si sa sulla base di quale autorizzazione, considerato che il 36enne Hasib Omerovic è sordomuto e la sorella Sonita (più giovane di lui di sei anni) ha un grave ritardo cognitivo. 

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VIOLAZIONE DI DOMICILIO

Cosa sia successo in quei circa 15 minuti dentro l’appartamento della famiglia di origini bosniache non è ancora chiaro. Fatto sta che Hasib è precipitato dalla finestra dalla sua camera da letto nel cortile condominiale, facendo un volo di 9 metri dal quale è sopravvissuto per miracolo, ma riportando danni probabilmente permanenti. Sonita ha riferito che il fratello è stato picchiato e poi lanciato dalla finestra; circostanza che i genitori hanno formalizzato in una denuncia presentata il 10 agosto alla Procura di Roma.
Le forze dell’ordine - come previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) - possono violare il domicilio di un cittadino senza un mandato dell’autorità giudiziaria quando c’è il sospetto che all’interno ci siano droga o armi.

Ma non era questo il caso. Gli inquirenti stanno cercando di capire se siano stati commessi degli abusi d’ufficio da parte dei quattro poliziotti, oltre che la fattispecie specifica prevista dall’articolo 615 del codice penale: violazione di domicilio commessa da pubblico ufficiale. Il fatto che ci sia stata una “forzatura” nel corso dellintervento lo dimostra la fotografia della porta sfondata della camera del rom, allegata nella denuncia: si vede la serratura completamente è scardinata. Gli Omerovic sostengono di aver ritrovato la porta a terra al loro rientro in casa. Forse Hasib, spaventato dai modi irruenti della polizia, si era chiuso dentro per sfuggire al controllo e ha cercato una via di fuga lanciandosi dalla finestra.

 


SOSPETTO FAVOREGGIAMENTO

Un’altra pista su cui stanno lavorando gli investigatori della Squadra Mobile di Roma è capire se qualcuno tra i superiori dei quattro agenti abbia “coperto” le loro presunte condotte illegittime. L’informativa depositata in Procura dagli operanti all’indomani del grave ferimento del rom, finito in coma, sminuiva infatti l’accaduto bollandolo come un tentato suicidio. Quella stessa annotazione è stata sicuramente controfirmata da uno dei due dirigenti del commissariato di Primavalle.

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«SERVE LA BODY-CAM»

Uno dei poliziotti coinvolti ha girato un video e scattato delle foto con il cellulare che, a suo dire, scagionerebbero lui e i suoi colleghi dalle gravi accuse mosse dagli Omerovic. Sono immagini che dovranno essere acquisite dal pm Stefano Luciani e analizzate da un perito, ma che comunque avranno un parziale valore probatorio. «Serve introdurre anche in Italia, come in varie Paesi del mondo, tra cui gli Stati Uniti, l’obbligo della body-cam negli interventi di polizia esterni - fa notare l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali - Non si capisce come mai uno Stato che controlla il cittadino con le telecamere posizionate in ogni angolo di strada non possa spendere pochi euro per farne indossare una sulla divisa degli agenti per verificarne l’operato». «I giuristi di una volta dicevano che la casa è il regno del cittadino, solo il pm - conclude Tirelli - può permettere la violazione del perimetro di una abitazione».

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