Roma, rapina al bar col fucile: i clienti lo fanno arrestare. A Primavalle fermato un pregiudicato vicino al clan Di Silvio

L’irruzione ieri mattina alle 7 con il locale pieno: cassiera tenuta sotto tiro

Roma, rapina al bar col fucile: i clienti lo fanno arrestare. A Primavalle fermato un pregiudicato vicino al clan Di Silvio
Roma, rapina al bar col fucile: i clienti lo fanno arrestare. A Primavalle fermato un pregiudicato vicino al clan Di Silvio
di Flaminia Savelli
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 00:15
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Col fucile puntato contro la commessa del bar tabacchi si è fatto consegnare l’incasso - 150 euro - e diverse stecche di sigarette. Nell’attività di via Andersen a Primavalle, periferia a nord della Capitale, l’allarme è scattato ieri mattina intorno alle 7 con il locale gremito di clienti diventati testimoni del colpo lampo. Quando hanno visto il bandito però, entrato a volto scoperto, lo hanno subito riconosciuto. All’arrivo delle Volanti della polizia sono stati proprio i clienti a indirizzare le ricerche. Così il cerchio delle indagini si è presto chiuso intorno a Giuseppe Camporotondo, 51enne pluripregiudicato residente in zona e uomo vicino al clan Di Silvio. Una miccia che si riaccende perché una manciata di mesi fa, l’uomo era finito vittima di un raid punitivo in un altro bar della stessa strada dopo aver molestato e aggredito una donna vicina alla famiglia Casamonica.

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IN MANETTE

Il bandito è stato trovato una manciata di ore dopo in casa e durante la perquisizione gli investigatori del distretto Primavalle, incaricati dell’inchiesta, hanno trovato il fucile. Dagli accertamenti l’arma è risultata poi essere una carabina ad aria compressa. 
In casa sono state trovate anche le stecche di sigarette, il bottino e gli abiti con cui ha messo a segno la rapina. 

«C’è stata molta paura ma è una persona che non sta bene» ha commentato la titolare dell’esercizio svaligiato.

Nel quartiere però la tensione è altissima e le indagini sulla rapina di ieri non sono ancora chiuse. I poliziotti dovranno accertare infatti se si tratta di un episodio isolato. O se invece dietro la rapina a mano armata di Camporotondo, con un passato da bandito, non ci sia altro. 

Il sospetto infatti è quello di un regolamento di conti tra i clan del quartiere. L’ennesimo. Perché lo scorso 11 settembre Camporotondo era finito in coma in ospedale dopo che due uomini, poi arrestati con l’accusa di tentato omicidio, lo avevano picchiato con spranghe e bastoni. In quel caso, i poliziotti avevano accertato che ad accendere la miccia, erano state le molestie di Camporotondo a una tabaccaia di via Andersen. Il rapinatore, in quell’occasione vittima, era stato poi trasportato in codice rosso all’ospedale San Filippo Neri. Era arrivato in condizioni disperate: sottoposto a un delicato intervento chirurgico, gli era stata asportata la milza. Mentre i due aggressori venivano trovati in un quartiere limitrofo a Primavalle e arrestati con l’accusa di tentato omicidio. 

IL QUARTIERE

Torna ora la paura nel quartiere. I residenti di via Andersen raccontano che l’uomo, anche nel recente passato, ha avuto atteggiamenti violenti. Nel mirino i commercianti di zona: «Si atteggia a boss del quartiere, tutti quando lo incrociamo abbiamo paura. Per diverse settimane è stato in ospedale ma quando è tornato tutto è ricominciato come prima» commentavano ieri pomeriggio i residenti di via Gustave Flaubert, una traversa di via Andersen. Per tutti infatti è ancora fresco il ricordo della brutale aggressione di settembre. E temono adesso che vecchie ruggini possano accendere una nuova guerriglia nel quartiere: «Il clima in queste ore è teso - spiegano ancora - speriamo che si tratti di un caso isolato e che la questione si sia risolta con l’arresto di quel bandito che si è presentato armato e con il volto scoperto. Abbiamo paura che prima o poi la situazione degeneri e che qualcuno finisca ammazzato». 
Per i poliziotti dunque, l’inchiesta resta ancora aperta. 

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