Roma, caso Muraro: la lady di ferro delle discariche ora minaccia dossier al veleno

Roma, caso Muraro: la lady di ferro delle discariche ora minaccia dossier al veleno
di Valentina Errante
Lunedì 5 Settembre 2016, 08:05 - Ultimo agg. 08:19
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ROMA Paola Muraro non è certo una che si arrende o tentenna. Classe 64, una laurea in Scienze Agrarie in tasca, un marito colonnello dei Carabinieri, l'assessore all'Ambiente della giunta Raggi, che arriva dal Veneto, dal giorno della sua nomina, affronta il fuoco di fila attaccando. Non era certo una militante Cinque stelle della prima ora, ma una manager che conosceva e frequentava il potere, eppure, dall'8 luglio, l'incarico lo ha interpretato alla perfezione, annunciando una rivoluzione proprio nel settore dei rifiuti, nonostante nel suo curriculum ci fossero già quei i dodici anni in Ama durante la gestione peggiore. Legata a doppio filo a Giovanni Fiscon, l'ex direttore generale della municipalizzata finito in manette e adesso sotto processo insieme a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, è stata la consulente. Un incarico rinnovato dal 2004 al 2016 per un totale di un milione e 115mila euro.

IL CURRICULUM
«Sa esattamente che cosa sta accadendo, sa dove mettere le mani per far ripartire Ama», ha detto di lei Virginia Raggi quando ha annunciato i nomi della sua giunta. E sul fatto che la Muraro conosca alla perfezione il mondo dei rifiuti a Roma non ci sono dubbi. Tra il 2006 e il 2007 ha anche partecipato alla scrittura del Piano degli interventi di emergenza dei rifiuti urbani, redatto dalla struttura commissariale guidata dall'allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Ma nessuno immaginava che quando è stata scelta il suo nome risultasse già iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma per la cattiva amministrazione dell'azienda e la gestione di quel caos dove è stata chiamata a mettere ordine.

È nella breve epoca post Fiscon, dopo l'arresto del dg, che le cose in Ama, cambiano. Il nuovo presidente Daniele Fortini vuole vederci chiaro, comincia subito con gli esposti. Tira fuori da un cassetto un lodo arbitrale con il ras delle discariche Manlio Cerroni, la Muraro viene nominata nella commissione che riuscirà a chiudere il contenzioso senza pagare un euro all'imprenditore. Ma all'interno dell'azienda Fortini rileva altre anomalie, torna in procura quattordici volte. Sono più o meno della stessa epoca le email e la corrispondenza tra la superconsulente e l'azienda, anche lei si accorge allora di alcune irregolarità. Con ogni probabilità tutti quei documenti, rimasti senza riscontro, oggi saranno presentati alla commissione parlamentare Ecomafie dove la Muraro ha chiesto di essere convocata dopo un'estate di veleni e le pesanti accuse dell'oramai dimissionario presidente Ama.
Nel lungo curriculm dell'assessore, c'è anche la consulenza con la Bioman, la società del Veneto per la quale la Muraro ha svolto il ruolo di consulente dal 2010 al 2012, senza per questo rinunciare al contratto con la municipalizzata romana. Poco dopo l'azienda del Nord Italia ha vinto due appalti Ama per smaltimento dei rifiuti. Nel giugno del 2013, insieme a Sesa spa e Ing. Am srl, si è assicurata tre dei quattro lotti in palio: un affare da 21 milioni di euro per gestire due anni di trasporto e recupero di rifiuti organici, dopo lo stop imposto all'impianto di compostaggio di Maccarese in fase di ristrutturazione. Nel 2016, il secondo appalto, nonostante l'associazione di imprese composta dalla Kyklos di Aprilia e dalla Enki tedesca, avessero fatto offerte più vantaggiose.

IL TMB
Nella sua carriera in Ama, Paola Muraro si è occupata principalmente dei due impianti di Trattamento meccanico biologico (TMB) di Roma che sorgono in via Salaria e nel quartiere di Rocca Cencia, contro i quali sono in lotta da anni le popolazioni locali. A proposito dell'impianto di via Salaria a fare discutere era stata una sua intervista rilasciata alla radio romana Tele Radio Stereo, commentando la preoccupazione dei cittadini, aveva paragonato i forti odori prodotti dall'impianto a quelli percepibili all'interno di un negozio verdura: «Lo stesso composto lo ritroviamo all'interno dei fruttivendoli e non è che da lì noi scappiamo, anzi». Adesso le grane giudiziarie riguarderebbero propriola gestione dei Tmb.