Allenatore di basket arrestato per abusi su minorenne. Paolo Traino diceva: «Chi si rifiuta e denuncia non gioca più»

Il 55enne allenatore di una squadra di basket avrebbe abusato di un 13enne

«Se parli non giochi più», choc nella Capitale: arrestato il coach di basket pedofilo
«Se parli non giochi più», choc nella Capitale: arrestato il coach di basket pedofilo
di Michela Allegri e Camilla Mozzetti
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 08:48 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 14:34
5 Minuti di Lettura

Era appena rientrato nella Capitale da un viaggio all’estero dopo che da almeno due mesi si era tolto dal collo il fischietto e aveva riposto nell’armadietto le scarpe da ginnastica. Quando gli agenti della Squadra Mobile di Roma gli hanno stretto le manette ai polsi, Paolo Traino, 55 anni, allenatore di basket originario di Bolzano, non ha opposto resistenza. È accusato di violenza su minori e non è la prima volta: le sue spalle sono appesantite da una condanna - diventata definitiva lo scorso dicembre - per fatti analoghi. Nella foresteria di una società di basket romana, la Stella Azzurra, sulla via Flaminia, avrebbe avvicinato almeno un giovane sportivo e, con la scusa di praticare massaggi, o di ripassare gli schemi di gioco, avrebbe abusato di lui. E non è escluso che ci siano anche altre vittime: il sospetto è che le abbia minacciate di non farle più scendere in campo, se lo avessero denunciato. Ora il cinquantacinquenne si trova nel carcere di Regina Coeli. Oggi è previsto l’interrogatorio di garanzia.

Foto hard agli alunni, analisi sullo smartphone del prof di religione. Spunta un incarico in segreteria

LA FORESTERIA

Le indagini sono scattate nel 2020 e sono partire dalle segnalazioni di due collaboratori della Stella Azzurra.

Per l’accusa, Traino avrebbe abusato almeno di un tredicenne mentre era tra gli allenatori del settore giovanile della società sportiva. Gli abusi si sarebbero consumati, appunto, all’interno della foresteria, dove abitano decine di ragazzini provenienti da tutta l’Italia e dall’estero. Anche Traino risiedeva lì, visto che si era dovuto trasferire dall’Umbria. La vittima non ha chiesto aiuto, ma alcuni dipendenti della società avrebbero capito che stava succedendo qualcosa di strano. Da qui le indagini - durate dunque tre anni - che hanno ricostruito almeno una violenza. Si indaga, però, per accertare la presenza di altre vittime, considerando anche i precedenti dell’allenatore. 

In quel caso i fatti erano avvenuti in Umbria: nel 2018 era stato condannato dal gup di Perugia a 2 anni - con rito abbreviato - per molestie e abusi su minori. All’epoca le vittime erano quattro: avevano raccontato le attenzioni mostrate dall’allenatore, i baci sul collo, sulle labbra, le carezze anche nelle parti intime. All’epoca l’uomo si era difeso dicendo che le sue erano solo attenzioni affettuose. Lo scorso dicembre la condanna è diventata definitiva e Traino aveva dovuto sospendere il mestiere di allenatore: il giudice ha disposto per lui anche l’interdizione da lavori a contatto con ragazzini. Formalmente alla società Stella Azzurra avrebbe detto che la madre era molto malata e per questo non poteva più lavorare.

Professore di religione sospeso per le foto hot Il vescovo Crociata: «Episodio doloroso tempestività e trasparenza a garanzia di tutti»

IL PERSONAGGIO

Molto conosciuto nell’ambiente del basket - non solo romano, per anni ha allenato dei ragazzi anche a Ferrara -, Traino era considerato, almeno all’apparenza, un professionista serio e attento. La vittima degli abusi che sarebbero avvenuti a Roma non ha chiesto aiuto, non si è rivolta né ai vertici della società né altri allenatori. Men che meno ne ha fatto parola con i compagni di squadra. A spingere i collaboratori della società a denunciare, gli atteggiamenti mostrati non tanto in campo, quando erano in corso partite o allenamenti, ma durante i tempi morti all’interno della foresteria. Un piccolo universo per i ragazzi, che lì si allenano, frequentano la scuola e si fermano anche a dormire. Sempre lì, alcune stanze sono riservate agli allenatori fuori sede. Traino, hanno ricostruito gli agenti, avrebbe più volte invitato sicuramente la vittima e forse altri ragazzi nella sua stanza, con la scusa di fare dei messaggi terapeutici: sciogliere la schiena, o provare a mitigare il dolore di una slogatura. E in quel frangente avrebbe compiuto gli abusi. I vertici della società sportiva si definiscono «basiti e addolorati».

Traino di fatto lavorava per la Stella Azzurra da almeno sette anni. Dunque dal 2015, e anche mentre era sotto processo per le altre violenze. Di volta in volta, anche in base alle stagioni, il suo contratto veniva rinnovato. «Ma - spiegano dai vertici della società - non lavora più per noi da qualche tempo per dei problemi personali». Ufficialmente, dalla società fanno sapere che «Traino aveva smesso di allenare per assistere la madre malata». In realtà, la condanna da Perugia è diventata definitiva lo scorso dicembre e dallo stesso mese l’uomo ha smesso di allenare la giovanile romana. Divergenti i pareri sul suo conto da parte di chi è passato per la Stella Azzurra: c’è chi sostiene che i suoi modi troppo affettuosi fossero conosciuti, e c’è chi sottolinea solo le capacità professionali.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA