“Artistica” incursione animalista contro gli abbattimenti dei cinghiali nel quartiere Fleming. A poche centinaia di metri dal Parco dell’Inviolatella Borghese, più precisamente nella strada sterrata che si apre alla fine di via Tuscia, da qualche giorno campeggiano alcuni stencil: c’è l’immagine dell’animale con il corpo barrato dal filo spinato e la scritta “Giù le mani dai cinghiali’.
Un atto dimostrativo simbolico, perché compiuto a ridosso di una delle “porte di ingresso” di Roma nord.
“Non molto tempo fa sono rimasta bloccata al lato della strada con i miei cani, dall’altra parte c’era un cinghiale con suoi i piccoli”, racconta Lavinia, consulente assicurativo, residente a via Tuscia. “Sono rimasta ferma lì per un bel po’. Le più sensibili – prosegue - sono proprio le mamme con i cuccioli. In realtà i cinghiali sono anche buoni ma quando si sentono messi alle strette, senza via di uscita, possono difendersi caricando, soprattutto quando hai i cani, che sono gli animali da cui si sentono più minacciati visto che li usano anche per le battute di caccia”.
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Eppure, una soluzione per arginare la presenza dei cinghiali nel quartiere, seppur non definitiva, ci sarebbe: “chiudere il cancello verde che si trova alla fine di via Tuscia” ammette Lavinia “ma ad oggi non si sa neanche chi sia a gestirlo, è un problema vecchio”. Secondo i residenti, la strada sterrata che dalla fine di via Tuscia conduce a Tor di Quinto non è solo pericolosa per i cinghiali ma, anche, per la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza: è priva di illuminazione; non ci sono i marciapiedi ed ogni giorno è percorsa da decine e decine di persone, soprattutto giovanissimi, che si recano a piedi presso gli impianti sportivi adiacenti. A questo si aggiunge anche il passaggio delle auto che, nonostante le buche, percorrono quel tratto di strada a velocità sostenuta.
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