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Killer a Roma, l'amica adesso ha paura: «Voglio scappare, sono incinta». Ha incontrato De Pau dopo il delitto raccogliendo la sua confessione

È lei che ha incontrato De Pau dopo il delitto raccogliendo la sua confessione. Ieri la donna ha chiesto ai cronisti che la contattavano 100mila euro per parlare

Killer a Roma, l'amica adesso ha paura: «Voglio scappare, sono incinta»
Killer a Roma, l'amica adesso ha paura: «Voglio scappare, sono incinta»
di Valeria Di Corrado e Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 20 Novembre 2022, 22:40
3 Minuti di Lettura

«La mia vita è in pericolo, se siete disposti a pagare vi dico perché se parlo con voi devo lasciare l’Italia, sono incinta e ho paura». Paura di cosa non lo spiega la cubana - supertestimone e donna “amica” di Giandavide De Pau - rispondendo al telefono. Forse il suo è un tentativo di strappare un po’ di soldi da questa vicenda ma ecco che chiede ben 100 mila euro, tanto costano le sue parole per il racconto delle ore successive al delitto delle tre prostitute, parte delle quali trascorse insieme al 51enne rinchiuso ora - con l’accusa di triplice omicidio volontario aggravato - nel carcere di Regina Coeli. Non è completamente marginale il ruolo di questa donna, che il giorno prima della mattanza di Prati trascorre la sera con De Pau consumando con lui stupefacenti. È lei, infatti, la prima a “raccogliere” il racconto confuso dell’uomo su «tutto quel sangue» che resterà poi addosso al presunto killer, su quelle donne ed è lei che fungerà da “ponte” tra De Pau e la famiglia. L’uomo perde dalle tasche il cellulare nell’appartamento delle due prostitute cinesi, quel telefono che poi gli agenti della Squadra Mobile troveranno risalendo alla sorella di De Pau a cui, formalmente, è intestata la scheda.

APPROFONDIMENTI
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Il ruolo

Ed è tramite la cubana che il presunto omicida contatta la sorella, la quale gli dice di tornare a casa, di raccontare cosa sia successo. Di più, sempre la cubana fisicamente arriverà ad Ottavia dove appunto vive la madre anziana di De Pau e la sorella e chiederà a quest’ultima dei soldi e dei vestiti puliti. Sono le prime ore di venerdì mattina, la sorella del 51enne si insospettisce ancora di più e chiama i carabinieri della stazione Monte Mario, denunciando non solo i sospetti sul fratello, ma raccontando anche della cubana. Tutte queste informazioni vengono passate alla Squadra Mobile che infatti partirà alla ricerca della escort. Si arriva così a via Milazzo, in un B&B, ma lei non è lì. C’è il fratello che verrà portato in Questura, lei arriverà in compagnia di un’amica solo in serata dopo essersi fatta il giro dei commissariati in cerca del fratello. Agli investigatori dirà di aver incontrato De Pau la sera di mercoledì e poi giovedì e di aver raccolto la sua versione, seppur sconnessa, su quanto accaduto la mattina seguente. 

 

La posizione giuridica

A “Il Messaggero” riferirà chiaramente: «Mi ha detto di aver ucciso tre donne, sono una miracolata». Una frase che, se ripetuta in questi esatti termini agli inquirenti, potrebbe costituire un’importante prova a carico di De Pau. Ma allo stesso tempo, se dovesse essere dimostrato un coinvolgimento della cubana nella fuga del presunto killer, rischia di finire indagata per favoreggiamento. Questa accusa, però, renderebbe la sua testimonianza inutilizzabile durante il processo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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