Roma, paura all'Aventino: «Mi ha puntato la pistola alla gola mentre ero in auto, voleva il Rolex». Lei scappa, ecco come

La ventinovenne aggredita in piazza Albania è ancora sotto choc

Roma, paura all'Aventino: «Mi ha puntato la pistola alla gola mentre ero in auto, voleva il Rolex». Lei scappa, ecco come
Roma, paura all'Aventino: «Mi ha puntato la pistola alla gola mentre ero in auto, voleva il Rolex». Lei scappa, ecco come
di Alessia Perreca
Sabato 20 Gennaio 2024, 11:19 - Ultimo agg. 11:26
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Rapido e convinto di portare a compimento il colpo, l’ennesimo nella Capitale, ma stavolta la vittima ha avuto la freddezza di riuscire a ingranare la marcia e fuggire via. Era arrivata sotto casa della sorella, all’Aventino, ma al rientro in macchina un uomo l’ha avvicinata e l’ha minacciata con una pistola puntata alla gola. «Dammi tutto quello che hai», pronto a rapinarla del suo Rolex che aveva al polso. Le telecamere del palazzo hanno ripreso ogni singolo frame della (tentata) rapina ai danni di una 29enne e saranno utili ora agli inquirenti per dare un nome e un volto al malvivente. Uno tra i tanti diventati un incubo per gli automobilisti romani e riconducibile alla batteria di criminali nota come la “Banda dei Rolex”.

La banda del Rolex colpisce ancora a Roma: rapina con la pistola puntata in faccia, poi la fuga in scooter

La ricostruzione

Il modus operandi è quasi sempre lo stesso: in due, o anche solo un singolo, a bordo di un scooter agganciano la vittima scelta per la rapina e coperti con caschi scuri sulla testa si affiancano alla macchina e minacciano l’automobilista puntandogli l’arma contro il finestrino. L’ultimo ( tentato) colpo è andato in scena la scorsa settimana in Piazza Albania, a poche centinaia di metri da viale Aventino, di fronte a un condominio di recente costruzione.

Nella rete di un criminale una ventinovenne. «Erano da poco trascorse le 19.30 - racconta Simona (ndr, ha chiesto di mantenere l’anonimato) - e rientrando dal centro storico ho fatto una piccola sosta a casa mia sorella perché dovevo lasciarle una busta. Ho parcheggiato la mia macchina qualche metro dopo la fermata dei taxi e di fronte ai cancelli di entrata del palazzo». Il condominio è ricco di telecamere di sorveglianza poste non solo all’entrata principale, ma anche presso gli ingressi laterali. «Arrivo davanti al portone - prosegue il racconto  la donna - mi giro, vedo un uomo sulla moto e pensavo stesse cercando parcheggio. Ho lasciato quindi la busta al portiere e sono ritornata alla macchina». L’inferno qualche istante dopo: «Accendo l’auto e noto che la moto di prima arriva vicino alla mia macchina». «Dammi tutto quello che hai», le parole del criminale che le ha puntato la pistola alla gola con l’intento di derubarla del rolex che la donna aveva al polso. «Tutto pensavo - dice Simona - tranne a un rapinatore». L’uomo - secondo la descrizione della testimone  - tra i 40 e i 50 anni, con un’ottima pronuncia della lingua italiana, volto semiaperto, vestito con abiti scuri, uno scaldacollo nero e in sella a una moto di grossa cilindrata. «Ho urlato non solo per la paura, ma per attirare l’attenzione degli altri passanti». La giovane, impiegata in uno studio di consulenza a Roma, è riuscita a premere l’acceleratore della sua auto e fuggire via. «Ero nel panico, ma ho lasciato il pedale del freno e la macchina ha iniziato ad andare indietro, a velocità breve. Nel frattempo però il delinquente mi diceva «fermati» e si è attaccato a al polso dove avevo il mio orologio. La marcia era già inserita, ho quindi premuto e sono scappata via». E conclude: «Ho poi chiamato mia sorella e sono corsa a sporgere denuncia dai carabinieri. Il ladro non ha avuto problemi ad agire - sostiene Simona - in una zona controllata e dove spesso ci sono posti di blocco da parte delle forze dell’ordine». Gli occhi elettronici del condominio non sono riusciti ad identificare la targa della moto che potrebbe essere stata rubata per mettere a segno la rapina, ma hanno ripreso ogni singola fase del tentato colpo e sono al vaglio degli inquirenti per risalire all’identità dell’uomo che si è subito dileguato tra le strade della Capitale.

I precedenti

In mano hanno una pistola che adoperano per intimidire le vittime mentre rincasano o si dirigono verso il lavoro. L'obiettivo è unico: un orologio lussuoso da derubare al malcapitato di turno. E non importa se si trovano in mezzo al traffico romano, i criminali - con estrema ferocia - si fermano al semaforo oppure attendono che la vittima arrivi in un’area isolata, la minacciano con l'arma con l’intento di farsi consegnare il bene prezioso. Come racconta l’ultimo caso avvenuto sul Lungotevere Flaminio dove i banditi ( armati) hanno messo a segno il colpo un pieno giorno. Un romano di 50 anni, la mattina del 9 gennaio, poco dopo le 12, è stato affiancato dal gang e con la canna della pistola puntata alla testa ha consegnato loro un orologio da 430 mila euro. I due sono fuggiti via a bordo di uno scooter. Simile scenario una mattina dello scorso dicembre, in viale Marconi, quando un imprenditore dentro al proprio  Suv è stato accostato da due uomini in moto. «Dacci l’orologio o ti sparo in faccia». L’uomo ha tentato di opporsi, ma i due sono diventati ancora più violenti. E per mettersi in salvo ha consegnato loro  il suo oggetto prezioso per un valore di 50mila euro. 

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