Alfredino, la maledizione della famiglia
muore il fratello durante addio al celibato

Alfredino, la maledizione della famiglia muore il fratello durante addio al celibato
di Morena Izzo e Paola Vuolo
Mercoledì 20 Maggio 2015, 06:25 - Ultimo agg. 22 Maggio, 08:04
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Il fratello di Alfredino Rampi è morto, sabato scorso, in una serata di festa in discoteca. La maledizione che più di trent'anni fa colpì la famiglia non ha risparmiato nemmeno lui. Si chiamava Riccardo, aveva solo 36 anni, era un impiegato e aveva due figli. Il suo cuore malato si è fermato mentre brindava all'amico che stava per sposarsi.

«Lo abbiamo visto barcollare all'improvviso e allontanarsi dal gruppo - dice un responsabile del locale - non abbiamo capito subito la gravità della situazione, succede che durante un addio al celibato qualcuno beva un po' più del solito. Camminava a stento, cercava l'uscita appoggiandosi alle colonne della sala, è caduto appena ha messo piede fuori dall'ingresso, ci siamo precipitati ad aiutarlo, e abbiamo visto che non si trattava di una sbronza, stava molto male.

L'ambulanza del 118 è arrivata subito, qui vicino c'è l'ospedale Sant'Eugenio, gli è stata fatta anche la defibrillazione, ma nella notte abbiamo saputo che il giovane era morto.

La scena a cui abbiamo assistito ci ha sconvolti tutti, in segno di lutto e di rispetto alla famiglia è stato annullato un evento in programma per la sera dopo, e il locale è rimasto chiuso». Dai primi esami dell'autopsia eseguita al Policlinico Gemelli risulta che Riccardo Rampi è stato stroncato da un infarto, sono stati comunque disposti gli esami tossicologici, sembra che in tasca avesse della cocaina.

IL DRAMMA Riccardo Rampi era cardiopatico come il fratello Alfredino, il bimbo di 6 anni caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, nelle campagne romane la sera di mercoledì 10 giugno 1981. Il bambino era in vacanza con la famiglia e quella sera era uscito a passeggio con il padre Ferdinando. Alle 19.20, il bambino chiede al padre di poter continuare a camminare da solo attraverso i prati.

Ferdinando acconsente, ma quando alle 20 il piccolo non è ancora tornato a casa i genitori cominciano a cercarlo. La madre Franca disperata avvisa le forze dell'ordine, scattano le ricerche. Si scopre che poco lontano dalla casa c'è un pozzo artesiano, l'apertura è coperta dalle lamiere, un agente scosta le lastre e sente dal fondo provenire i lamenti del bambino. Il pozzo lo aveva coperto il proprietario poco prima. In pochi minuti arrivano i soccorsi e la gente del posto. Arriva anche la televisione e il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che abbraccia e conforta Franca Rampi.

La tragedia di Vermicino diventa un circo mediatico che viene mandato in onda per tre giorni dalla Rai a reti unificate. L'Italia intera segue la storia del bambino caduto nel pozzo e tutti pregano perché Alfredino si salvi. Vigili del fuoco e ingegneri provano a raggiungere il punto dove è precipitato il bambino, un volontario si cala nel budello largo 30 centimetri, riesce a sfiorare il bambino, ma Alfredino gli scivola dalle mani. Il piccolo non uscirà vivo dal buco profondo 80 metri che lo aveva inghiottito.

LA FAMIGLIA Dopo la tragedia la madre Franca ha fondato una Onlus intitolata ad Alfredino, un centro che si occupa di prevenzione dei rischi ambientali. «È lo scopo della mia vita - aveva detto - occuparmi del centro, sapere che posso evitare ad altri bambini quello che è successo a mio figlio mi aiuta a sopravvivere». Questa donna coraggiosa ora piange un'altra morte atroce e la perdita dell'unico figlio che le era rimasto. «Le siamo vicino - dicono i collaboratori del centro - per proteggerla».