Autista Atac in malattia cantava nei pub. Per il gip: «Nessun reato»

Autista Atac in malattia cantava nei pub. Per il gip: «Nessun reato»
di Adelaide Pierucci
Mercoledì 13 Gennaio 2016, 08:40 - Ultimo agg. 21:56
2 Minuti di Lettura


Si sentiva realizzato solo sul palco, a cantare Califano. La mattina così presentava il certificato di malattia all'Atac e la sera andava nei pub ad esibirsi. Ma Ezio Capri, l'autista del deposito di Tor Vergata emulo del “Califfo” pizzicato nel 2014 sul palco di un ristorante di Zagarolo mentre risultava in malattia, non finirà a processo per truffa aggravata, così come sollecitato dal pm Erminio Amelio, convinto che il conducente si assentasse per dedicarsi al secondo lavoro. Il gip Stefano Aprile, ieri, infatti, ha prosciolto l'indagato con formula piena: il fatto non sussiste. Le motivazioni si conosceranno a giorni.
 

LE ACCUSE
«L'imputato», aveva invece scritto il pm, «in pochi mesi ha presentato cinque certificati medici per partecipare ad altrettante esibizioni canore, inducendo così in errore la direzione dell'Atac che lo retribuiva durante il periodo di assenza per i servizi non prestati». Il danno era stato calcolato in 758 euro. Stranamente l'autista, come notato da dirigenti e colleghi, si ammalava in coincidenza del sabato sera o di giorni festivi, vedi Capodanno, San Valentino o la festa della donna.
«Mica sono un assenteista», si è sempre difeso Capri, assistito dagli avvocati Roberto Porcaro e Anna Bellumori, «se ho uno sbalzo di pressione e guido posso mettere a repentaglio vite umane. Se sto meglio e canto al massimo faccio male a me stesso». I certificati medici non erano falsi, ha concluso il gip. Quindi, nessun raggiro nei confronti della sua azienda.