Casamonica, dalla realtà alla fiction: quelle scene già viste in Suburra

Casamonica, dalla realtà alla fiction: quelle scene già viste in Suburra
di Ilaria Ravarino
Martedì 20 Novembre 2018, 13:54 - Ultimo agg. 13:55
2 Minuti di Lettura
Drappi e divani di velluto blu, quadri a tema religioso, affreschi, busti di marmo, vasche idromassaggio. Tappeti damascati, crocifissi di ogni dimensione, palme di plastica, piume di pavone, leopardi di ceramica. E poi oro, tantissimo, ovunque: oro sugli schienali delle sedie, sui braccioli a forma di zanna d’elefante, sulle colonnine doriche all’ingresso della cucina, d’oro persino la statua del santo collocata in bagno. «Quanno torno a casa nun vojo pensà a gnente», diceva il sinti Manfredi, del clan degli Anacleti, stravaccato nella sua reggia in uno spot della serie Netflix Suburra.

Gli interni delle ville dei Casamonica: cavalli d'oro e affreschi

Fantasia? Più che altro, un corto circuito con la realtà, a giudicare dalle prime immagini e testimonianze arrivate dopo il blitz della polizia nelle ville dei Casamonica, nel quartiere Quadraro a Roma.
Di fatto, sembrava una scena dal set di Suburra. Perché la serie si è effettivamente ispirata alla malavita romana.



Da una parte la finzione, quella del Clan Anacleti (Spadino, Manfredi, Boris, Aldo), ispirato in parte alla famiglia degli Spada, dal 2011 radicati nella zona di Ostia, in parte a quella dei Casamonica, storica famiglia sinti da generazioni operativa nella città di Roma.
Dall’altra la realtà: quella dei Casamonica appunto, che al Quadraro si spartivano in trenta persone otto villette, a ridosso di un acquedotto romano in zona “protetta”, si fa per dire, da vincoli archeologici, paesaggistici e ferroviari. In mezzo, come sempre, i cittadini soffocati dal crimine, le vittime degli abusi impuniti, gli innocenti. Come i minori che vivevano in quelle ville, portati via stamattina, avvolti nelle coperte, dai genitori - un’immagine, questa sì, che la fiction si è sempre rifiutata di mostrare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA