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Roma, le mani dei Casamonica su 80 case popolari: quell'impero tra Ostia e Ciampino

di Lorenzo De Cicco
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 8 Maggio 2018, 08:19 - Ultimo agg. : 13:00
3 Minuti di Lettura

Citofonare Casamonica, negli alloggi popolari. Non ci sono solo i villoni pacchiani della Romanina, quelli coi rubinetti dorati e le colonne di marmo finto-romane, trionfo del kitsch entrato ormai nell'immaginario collettivo della Città eterna. Il clan di sinti che controlla lo spaccio in un pezzo di Roma Sud che si allunga fino ai Castelli, si è impossessato, anno dopo anno, anche delle case popolari di proprietà pubblica. Case del Comune di Roma oppure dell'Ater, che in teoria dovrebbero andare ai bisognosi che si sono messi in fila nelle graduatorie e che invece, a Nuova Ostia come a Corviale, finiscono lottizzate sotto l'egida dei boss.

LE INDAGINI
Se ne parlò nell'estate del 2015, dopo il funerale show in stile Padrino nella chiesa di Don Bosco, ma senza numeri precisi, all'epoca. Oggi, dopo quasi tre anni di indagini incrociate e commissioni d'inchiesta, qualche certezza in più c'è. «Sono almeno 80 gli immobili destinati ad alloggi popolari in mano ai membri della famiglia Casamonica e Di Silvio», spiega il presidente dell'Osservatorio per la legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi. Non è un conto facile, rivela, perché «come hanno dimostrato le inchieste giudiziarie, spesso negli archivi pubblici questi appartamenti risultano ancora intestati ai legittimi assegnatari che invece, in molti casi, sono stati costretti a traslocare per fare posto ai membri di queste famiglie criminali. Altre volte i clan lasciano che gli immobili vengano affidati a prestanome, ma sono sempre loro a viverci e a sfruttarli».

LE ZONE
I quartieri? Torre Gaia, Corviale, Spinaceto, Laurentino. Ma anche Ciampino e Ostia. «Solo l'Ater ci ha fatto sapere di avere presentato oltre 70 denunce negli ultimi anni», racconta Baldassare Favara, generale dei carabinieri in congedo, che dal 2013 al marzo 2018 è stato presidente della Commissione antimafia regionale. L'infiltrazione dei clan negli alloggi popolari di Roma e dell'hinterland, sostiene, «rivela un livello di violenza preoccupante in territori governati con terrore e ferocia». Gli appartamenti sono occupati da anni e purtroppo, dice Favara, «intervenire con gli sgomberi non è affatto semplice». Perché un conto sono le richieste di sfratto, un altro i blitz.
In questa zona grigia della burocrazia, prolificano gli intrecci famigliari e lo strapotere delle cosche. Due Di Silvio per anni hanno pagato all'Ater meno di 8 euro al mese di affitto e hanno accumulato 30 mila euro di debiti con l'ente che fa capo alla Regione. Penali mai pagate. Un Casamonica abitava nella veranda (abusiva) di una casa comunale in via Guido Vincon, a Nuova Ostia, casa occupata da chi? Rosaria Spada, la zia di Roberto, il boss che a novembre prese a testate un inviato del programma Nemo. E a meno di un chilometro da lì, c'è l'appartamento, sempre di proprietà del Campidoglio, dove abita un altro Spada, Giuseppe, con precedenti per furto e reati contro il patrimonio, che a febbraio si era visto incredibilmente assegnare l'appartamento dal Comune, operazione saltata solo quando Il Messaggero ha svelato il «benestare» dei funzionari di Palazzo Senatorio.
 

APPROFONDIMENTI
Il gip: «Hanno ostentato atteggiamenti tipici mafiosi»
La presidente del VII municipio: «Volevano scegliere anche gli operatori dell'Ama»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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