Fiumicino, l'omicidio di Maria, il personal trainer accusato: «Non avrei mai potuto farle del male»

Fiumicino, l'omicidio di Maria, il personal trainer accusato: «Non avrei mai potuto farle del male»
di Mirko Polisano
Giovedì 11 Ottobre 2018, 07:42 - Ultimo agg. 12:44
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«Non sono il mostro che i giornali descrivono. Tanina era una mia allieva come tante altre, avevamo un ottimo rapporto e mai avrei potuto farle del male». Si difende così Andrea De Filippis, il 56enne ispettore di polizia indagato - ma in stato di libertà - per l'omicidio di Maria Tanina Momilia, la 39enne di Fiumicino ritrovata cadavere in un canale di scolo all'Isola Sacra. È lui il personal trainer e l'istruttore di palestra su cui si sono concentrate inizialmente le indagini dei carabinieri.

 

Assistito dall'avvocato Cristian Milita, Andrea De Filippis si è dimostrato da subito collaborativo con gli inquirenti. «Hanno fatto una perquisizione personale - ha raccontato tramite il suo legale - anche in tarda notte e non è stato trovato nulla, tanto che mi hanno rilasciato. Non ci sono misure restrittive nei miei confronti - ha continuato - mi hanno controllato l'auto, l'abitazione e perfino sotto le unghie per vedere se potevano esserci residui organici di Tanina. So di non aver fatto nulla di male e da uomo che ha portato la divisa credo che la giustizia farà presto il proprio corso».
 


GLI ACCERTAMENTI
A fare l'ispezione alle mani e al corpo è stato proprio il medico legale che ha effettuato l'autopsia sul cadavere della commessa 39enne. Gli inquirenti cercano tessuti e materiale organico, ma anche i graffi e altri segni che rimandino a una colluttazione avvenuta tra l'istruttore e la vittima, proprio all'interno della palestra a cui ieri sono stati posti i sigilli. Sequestrati anche alcuni sacchetti di plastica nascosti all'interno di un vicino magazzino. Frammenti «compatibili» sarebbero stati ritrovati sul corpo di Tanina. Così come alcune tracce di sangue sarebbero state individuate all'interno della palestra di via Martinengo, mentre altro materiale è stato isolato sul tatami. Circostanza che rafforza sempre di più l'ipotesi che l'omicidio si possa essere consumato all'interno della struttura. Agli atti dell'inchiesta c'è anche un messaggio whatsapp che il maestro con cui Tanina avrebbe instaurato una relazione sentimentale, avrebbe mandato nel gruppo dei gestori e insegnanti della palestra.

È datato domenica 7 ottobre, il giorno della scomparsa della donna, ed è una foto della sala dove si svolgono le lezioni di fitness e arti marziali, accompagnata da poche parole: «Mi sono permesso di pulire la palestra». Una frase che fa riferimento a un atteggiamento non usuale. Perché De Filippis avrebbe dovuto lavare il pavimento? «Facevo spesso lezioni individuali di domenica - ha detto al suo avvocato - e quella del 7 ottobre scorso non era la prima volta. Con Tanina ci siamo visti anche altre volte di domenica mattina, non era nulla di straordinario».

IL PASSATO
Gli inquirenti stanno scavando però anche nel passato professionale dell'uomo che ha lasciato la polizia (era istruttore al poligono di tiro, ndr) troppo presto. «Inidoneità fisica», stando al foglio di congedo. Quasi una beffa per chi poi è diventato maestro e istruttore di palestra. Intanto sarebbero stati chiesti ulteriori accertamenti «irripetibili» e un approfondimento autoptico per alcuni particolari segni intorno al collo della vittima. «Me l'hanno ammazzata come un maiale - si dispera papà Salvatore - Andrea l'ho incontrato solo una volta. Me lo presentò Tanina: non c'è mai stato un buon rapporto». «Discutevamo come tutte le coppie - dice il lacrime il marito Daniele - ma io l'ho amata davvero». Ora spetterà a lui dire ai figli cosa è successo alla mamma.
 

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