Roma, in carcere il boss Guerino: è uno dei capi dei Casamonica

Roma, in carcere il boss Guerino: è uno dei capi dei Casamonica
di Marco De Risi
Sabato 7 Luglio 2018, 09:12
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Un altro esponente e figura di spicco del clan dei Casamonica finisce dietro le sbarre. Guerino Casamonica è accusato, in questo specifico caso, di avere estorto i soldi ad un commerciante. Il nomade di origini sinte, insieme ad altri parenti, per i giudici ha esercitato violenza fisica nei confronti della vittima. Ieri, per lui c'è stato un amaro risveglio: all'alba i poliziotti si sono presentati nel villone di via Barzilai alla Romanina, gli hanno detto di prepararsi una borsa con gli effetti personali e l'hanno portato via in manette. Dopo una breve sosta al commissariato, per lui si sono aperte le porte del carcere. Per Guerino c'è una sentenza definitiva ratificata dalla Corte d'Appello: dovrà scontare due anni di reclusione senza potere sperare in alcun beneficio di legge.
Ma oltre alla sua caratura criminale, provata dalle inchieste, c'è anche un'altra particolarità: il figlio, Antonio Casamonica è fra i quattro autori del feroce pestaggio avvenuto il giorno di Pasqua nel Roxy Bar, un locale che si trova in via Barzilai dove affacciano le residenze dorate dei Casamonica. Si trattò di un'aggressione che fece scalpore e suscitò uno sdegno profondo nell'opinione pubblica. Accadde che una ragazza disabile fu accusata di non rispettare la fila, fu schiacciata contro il muro, le furono tolti gli occhiali, spaccato il cellulare e Antonio Casamonica la prese a cinghiate. Poi lui gridò alla vittima che se avesse chiamato la polizia l'avrebbe ammazzata. Altri nomadi, parenti di Antonio, fecero irruzione in un secondo momento nel bar e picchiarono a sangue il dipendente dietro il bancone. Ma l'escalation di violenza non si è fermata: la notte degli arresti per le violenze al Roxy Bar, Antonio Casamonica, prima di essere arrestato, è anche accusato di avere aggredito la troupe di Nemo, il programma della Rai.

IL RAID
Gli inquirenti per il brutale raid al bar arrestarono oltre Antonio Casamonica anche Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio. Il clan dei Di Silvio, anch'esso di origine nomade, è imparentato con i Casamonica. I magistrati hanno effettuato un cambio di prospettiva fondamentale: gli arrestati non sono considerati delinquenti comuni, ma sono accusati di avere agito con metodo mafioso. Un quadro investigativo pesantissimo che riconosce il controllo del territorio dei Casamonica e il loro generare omertà attraverso l'uso della violenza. La qualificazione giuridica dell'uso del metodo mafioso da parte degli investigatori, qualora venga riconosciuta al processo, fa impennare gli anni di carcere da scontare. Sempre per quel che riguarda i Casamonica continuano le indagini della polizia per la violenta aggressione da parte di un diciassettenne appartenente alla famiglia nomade. Il ragazzo, su un tratto di via Leonardi, qualche giorno fa, prese a calci in bocca un padre che lo stava pregando di non bullizzare più il figlio. L'uomo finito in ospedale con la mandibola fratturata ora ha paura per sè e per il figlio in quanto l'aggressore è stato denunciato ma è libero di fare quello che vuole.

 
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