Roma, incubo cortei: pericolo antagonisti. Droni e 3500 agenti

Roma, incubo cortei: pericolo antagonisti. Droni e 3500 agenti
di Mauro Evangelisti e Sara Menafra
Venerdì 23 Febbraio 2018, 00:05 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 00:01
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Tremilacinquecento uomini e filtri ai caselli autostradali: non entra a Roma chiunque sia sospettato di venire con l’obiettivo di portare scontri e violenze. Città blindata domani, dopo che ieri sera a Torino ci sono state cariche e arresti per i centri sociali che contestavano Simone Di Stefano di CasaPound. Usati gli idranti, ma tre agenti sono rimasti feriti. Per domani l’attenzione del Viminale è diretta pure alle tante città dove si rischia una contrapposizione destra estrema centri sociali, analoga a quella di sabato scorso a Bologna: Roberto Fiore sarà sia a Trieste sia a Palermo, a Bologna stavolta arriva CasaPound, a Milano oltre al comizio di Matteo Salvini ci sono cinque manifestazioni. 

L’APPUNTAMENTO
A Roma saranno due i cortei in centro, quasi contemporaneamente ed è previsto l’arrivo di centri sociali e antagonisti da Napoli, dall’Emilia, dal Veneto e dal Piemonte. Una manifestazione sulla sicurezza a piazza Vittorio subito dopo, alle 18, organizzata da Fratelli d’Italia, vedrà la partecipazione di Giorgia Meloni: bisognerà ad ogni costo evitare contatti con quelli dei cortei. E poi due sit-in: uno dalle 14 a Porta San Giovanni dei no vax, per i quali si annunciano 10 mila partecipanti, l’altro di fronte al Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, sempre con la partecipazione di anarchici e sinistra antagonista. Tutto in un unico pomeriggio, a otto giorni dalle elezioni. È stato giusto autorizzare cinque eventi tanto delicati nello stesso giorno? Roma reggerà all’urto? In Questura hanno risposto di sì, perché - dicono -, ormai è stato rodato un sistema di controllo, affinato sia per i grandi eventi sportivi, sia perché ci sarà un filtraggio molto severo e articolato ai caselli autostradali, agli autogrill, alle stazioni ferroviarie: perquisizioni a tappeto dei pullman, delle auto private, di chi arriva in treno.

È il meccanismo già testato l’anno scorso con il corteo Euro-stop. Dieci felpe nere con cappuccio, passamontagna e ancora più la presenza di oggetti che possano essere utilizzati come arma contundente saranno elementi sufficienti a bloccare ad esempio il pullman al casello. L’obiettivo del Viminale (Minniti sarà nella sala operativa per tutto il giorno) è far partire i cortei solo quando ci sarà la ragionevole certezza che gli elementi violenti siano stati già fermati. A preoccupare è soprattutto la manifestazione antirazzista e per l’abolizione del jobs act indetta da Cobas e movimenti di lotta per la casa e in partenza alle 14 dall’Esquilino. Il rischio è che i gruppi violenti, in arrivo anche dal resto d’Italia, cerchino di entrare in contatto con la manifestazione indetta dall’Anpi e in partenza alle 13, a cui aderisce il Pd. Il luogo ideale per contestare il governo e gli esponenti politici che parteciperanno. 

I NUMERI
Visto che l’inciampo come a Macerata o a Bologna è dietro l’angolo, la questura ha previsto un dispositivo da grandi eventi: i 2.000 uomini già presenti in chiave antiterrorismo internazionale, più altri 1.500 per la prevenzione e il controllo delle manifestazioni. Nel corso della manifestazione, dall’alto, come sempre avviene in questo caso, sorveglieranno gli elicotteri e saranno utilizzati anche i droni per le riprese, mentre saranno potenziati i controlli con la videosorveglianza. Oltre al filtraggio alle porte di entrata di Roma, si punta molto sull’intelligence: s’incrociano le informazioni che arrivano dalle altre questure sugli spostamenti dei centri sociali, si passa al setaccio la rete, ci saranno infiltrati nei cortei, come da giorni vengono monitorati i luoghi di raduno della sinistra antagonista.

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