Roma, occupazioni, stop ai furbetti: nel mirino anche le badanti

Roma, occupazioni, stop ai furbetti: nel mirino anche le badanti
di Maria Lombardi
Giovedì 23 Novembre 2017, 07:54
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Ci provano in tanti, metti che il colpaccio riesce. Si piazzano nella casa del vecchietto, se è del Comune sai che pacchia. Poi il vecchietto muore e la badante furba e ben consigliata resta lì, tanto figurati chi se ne accorge e poi quando si accorgono della truffa finché ti mandano via. Anche loro - badanti e domestici - nel mirino degli ispettori a caccia di chi fa il furbo con gli alloggi del Comune. L'hanno capito in molti che è lì che bisogna puntare, all'anziano titolare di una casa popolare con parenti che vivono da qualche altra parte o che un bell'appartamento ce l'hanno già e di ereditare l'alloggio dell'Erp (edilizia residenziale pubblica) non gli importa. Domestici e badanti degli anziani sanno bene come muoversi. Nell'appartamento comunale trasferiscono la residenza, spesso rinunciano in tutto o in parte al compenso mensile dietro la promessa di potere rimanere nella casa una volta che l'anziano è deceduto. Oppure continuano a pagare un affitto, sempre più basso, ovviamente dei prezzi di mercato.
«Scusi ma lei abita qui, è l'inquilina?». «Io no, ci lavoro. Lavoro per la signora anziana, ma lei adesso non c'è, è fuori». Poi si veniva a scoprire che la signora anziana con casa comunale in una strada del centro era morta da un po', «lì ci vivono gli stranieri», raccontavano i vicini. Una piccola comunità di badanti che aveva preso possesso dell'appartamento comunale.

Adesso anche loro, come tutti gli altri «occupanti abusivi» finiranno nel mirino degli ispettori dell'Usdpa (Unità di supporto presso il dipartimento delle politiche abitative). Solo i parenti diretti possono, in teoria, subentrare a chi è assegnatario di un alloggio comunale. Devono fare una regolare pratica e dimostrare di possedere i requisiti. Badanti e domestici sono ovviamente esclusi. Secondo i report del Comune sono 1.600 le persone che sono subentrate negli alloggi popolare in seguito alla morte di chi era il legittimo assegnatario. L'amministrazione comunale vorrebbe impedire questa successione ed evitare che la casa del Comune passi in eredità a figli e nipoti. Gli accertamenti si concentreranno anche su tutti coloro che vivono nelle case di inquilini che non ci sono più.
Dal palazzetto di via dell'Arco di Parma, a due passi da via dei Coronari, è stata appena mandata via la nipote con 18 proprietà che aveva continuato a risiedere nell'appartamento del Comune che era stato assegnato alla nonna anche quando lei era morta. Una dei tanti «occupanti abusivi e benestanti» che il Campidoglio vuole fare sloggiare.

I MUNICIPI
Quelli a più alto tasso di abusivismo, sotto questo profilo, sono il IV, V e VI, le zone con la maggiore concentrazione di alloggi popolari. Ma le irregolarità sono in tutta la città, duemila nel complesso gli inquilini che andrebbero subito sfrattati. Gli accertamenti continuano con tutte le difficoltà del caso, a cominciare dall'organico troppo risicato per una mole di lavoro così. «Questa volta si fa sul serio, c'è la volontà politica di andare fino in fondo e finora non c'era stata», assicura chi si occupa da tempo di questo genere di pratiche. Ma i tempi potrebbero essere molto lunghi.
 
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