Tangenti, il sistema Scarpellini: «Pagava anche da indagato»

Tangenti, il sistema Scarpellini: «Pagava anche da indagato»
di Michela Allegri
Martedì 20 Novembre 2018, 10:39
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Anche nel 2018, pur essendo già a processo per corruzione, l'imprenditore Sergio Scarpellini non avrebbe perso il vizio di pagare tangenti. A farlo notare, rivelando un elemento finora inedito, sono i giudici del tribunale del Riesame, nelle motivazioni - depositate nei giorni scorsi - con cui hanno confermato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il sindaco di Ponzano, Enzo De Santis, che avrebbe ricevuto tangenti dall'imprenditore coindagato. «L'avvenuta sottoscrizione di un atto di transazione nel giugno 2018, con cui a fronte di decreti ingiuntivi per circa 240mila euro ed a fronte dell'emissione delle già citate note di credito, le società di famiglia del De Santis ricevono 80.000 euro portati da due assegni circolari, rappresenta in buona sostanza ulteriore recente elargizione da ritenersi priva di causa lecita effettuata dallo Scarpellini», si legge nell'atto.

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Con le persone più vicine, l'imprenditore si lamentava spesso delle continue richieste da parte della politica: «Manifesta apertamente l'insofferenza per la necessità di doversi inventare ogni volta qualcosa per aggirare le normative per consegnare denaro ai partiti», scrivono i giudici. Anche a verbale, Scarpellini è scostante nei confronti dei politici che gli chiedevano continuamente favori: «Sono sempre stati gli altri, per lo più uomini politici o funzionari a chiedermi dei favori ed io, per avere la loro disponibilità, ho sempre accettato. Se fossero venute da me persone che non contavano, certo non avrei dato loro nulla né fatto sconti». A verbale ripete - senza essere creduto dalla pm Barbara Zuin - anche di non aver mai ricevuto grandi agevolazioni per tutta questa benevolenza nei confronti della politica.

FUNZIONE ASSERVITA
Gli atti dell'inchiesta nel caso del sindaco di Ponzano, però, raccontano un quadro ben diverso. De Santis, scrive la presidente Maria Agrimi, è talmente legato al progetto di Scarpellini che per parlare «utilizza la prima persona plurale (noi) che rappresenta plasticamente la comunanza di posizione tra lui e l'imprenditore, situazione che incarna pienamente l'illecita abdicazione da parte del funzionario pubblico ai suoi doveri. Le richieste di denaro continuamente avanzate hanno indubbio carattere di prezzo della corruzione per i servigi resi». L'accordo principale che i due avevano preso riguardava quella che il sindaco chiamava «una legge edilizia» mediante la quale «il gruppo Scarpellini potrà costruire 170mila metri quadri di logistica e commerciale per i quali non ha necessità di dare nulla alle banche», è la sintesi che fa lo stesso imprenditore, intercettato. Pur di farlo contento - e ricevere il pagamento complessivo di 412mila euro, «case a parte», specifica il collegio - De Santis si sarebbe fatto promotore degli interessi dell'imprenditore anche in altre sedi. Probabilmente, nella politica nazionale. Il 27 luglio 2016, ad esempio, lo informa «di due questioni che afferma essere importanti». Oltre alla vicenda delle cubature, «fa riferimento ad una nuova legge che permette di velocizzare l'iter di smaltimento della terra da scavo, in quanto evita la classificazione della terra in rifiuto, per cui la stessa potrebbe essere riutilizzata anche nel medesimo cantiere».
 
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