Stupro 14enni a Roma, le madri degli aggressori: «Non possono essere stati loro»

Stupro 14enni a Roma, le madri degli aggressori: «Non possono essere stati loro»
di Michela Allegri
Domenica 5 Novembre 2017, 09:41
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Silvana non ci crede, dice che il suo Maikon non può avere fatto una cosa del genere, «così brutta». «È un bravo ragazzo, non ha mai avuto problemi con la giustizia», continua a ripetere da quando i carabinieri hanno stretto le manette intorno ai polsi di suo figlio, Maikon Bilomante Halilovic, 26 anni, accusato di avere stuprato insieme a Mario Seferovic due quattordicenni romane. «Non può averlo fatto - dice Silvana - non ha bisogno di fare queste cose. Per tanti anni è stato fidanzato con una ragazza italiana, perché avrebbe dovuto costringere due minorenni a stare con lui?». Era stato proprio Maikon a troncare quella relazione, poco tempo fa «ha sempre avuto una vita sentimentale regolare, è un ragazzo così tranquillo», ripete la madre. Chi lo conosce racconta le stesse cose e ripete che Maikon «non ha mai avuto problemi giudiziari». «È la prima volta che lo assisto per un caso penale - dice il suo avvocato, Emanuele Fierimonte - è un giovane che in Italia si è integrato perfettamente, mi ha sempre dato l'idea di un ragazzo educato e discreto». Eppure, il gip Costantino De Robbio, che ha disposto l'arresto dei due rom con l'accusa di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona, sembra non avere dubbi: hanno agito «con premeditazione» e con «freddezza, determinazione, assoluta mancanza di scrupoli e non comune ferocia». Seferovic avrebbe avvicinato una delle ragazzine su Facebook, conquistando la sua fiducia. Poi, l' avrebbe convinta a incontrarlo. La quattordicenne è andata all'appuntamento insieme a un'amica, in una stradina sperduta vicino a via Collatina. Anche Seferovic non era solo: ad aiutarlo e a fare da palo mentre lui violentava le ragazzine dopo averle ammanettate a una recinzione, per l'accusa, c'era Halilovic. Domani, Maikon e Serif verranno ascoltati dal gip per l'interrogatorio di garanzia. A Regina Coeli andrà anche Silvana, che è convinta dell'innocenza del figlio.

CASA SEFEROVIC
A casa Seferovic, invece, è mamma Ferida a disperarsi. Cinquantacinque anni, 6 figli, due con gravi problemi di salute. «Uno è invalido al cento per cento - dice un conoscente - so che anche altri due hanno problemi abbastanza seri, la loro non è una vita facile». Dei fratelli Seferovic, solo Ibraim, classe 87, sembra avere avuto problemi con la giustizia. Le sue spalle sono appesantite da una condanna a 3 anni di reclusione emessa dal gup lo scorso febbraio. Era accusato di riduzione in schiavitù, per aver comprato una moglie in Romania e averla poi vessata. Un'accusa che il pm avevano contestato anche a Ferida che, però, è stata assolta. Gli altri fratelli, Giorgio, Samson, Taibo e Jasmin, non avrebbero invece precedenti. «Anche Mario è incensurato, il gip si è sbagliato a scrivere, non è vero che ha precedenti per reati contro il patrimonio», dice un conoscente commentando l'arresto.