Roma, tatua una ragazzina di 15 anni, i genitori lo denunciano. Tatuatore a processo

Roma, tatua una ragazzina di 15 anni, i genitori lo denunciano. Tatuatore a processo
di Michele Galvani
Martedì 14 Febbraio 2017, 07:57 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 13:27
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Quando l'hanno vista tornare a casa, con quel tatuaggio mostruoso dietro al collo, sono rimasti senza parole. A stento hanno trattenuto la loro rabbia. Non solo contro la figlia, che si era rovinata ad appena 15 anni. Ma anche contro chi, senza pensarci troppo, aveva deciso di sfregiare il corpo della loro bambina. Così i genitori di Chiara (nome di fantasia), sono andati dai Carabinieri per denunciare il tatuatore. Il fascicolo ora è in Procura, a Civitavecchia: l'uomo, 45 anni, rischia una condanna davanti al giudice penale. L'accusa è di «lesioni volontarie», si legge nei verbali di denuncia, perché non c'era il consenso dei genitori, in quanto minorenne.

LA DECISIONE
A Chiara, l'idea di farsi un tatuaggio ronza per la testa già da qualche mese. Vuole una decorazione originale e visibile. Ormai tutti ce l'hanno. E lei non intende aspettare i 18 anni per andare sotto i ferri. A marzo dello scorso anno, di nascosto da mamma e papà, dopo aver messo da parte circa 200 euro, la ragazzina va da un tatuatore consigliatole da amici comuni, a Ladispoli. Chiara non va da sola. Si fa accompagnare da una delle sue migliori amiche, che riprenderà tutto con il telefonino. Il tatuatore, stando alle testimonianze delle due ragazzine, non chiede il documento di riconoscimento nonostante la giovane età della cliente. Forse ingannato dall'apparente sicurezza di un'adolescente come tante se ne vedono oggi, inizia il suo lavoro. Quasi due ore. Chiara alla fine sarà felicissima. Non sa cosa l'attende una volta tornata a casa. Tanto che ai suoi mostra con orgoglio quel disegno, una forma di gioiello particolare. «Chi te l'ha fatto?», «come ti è venuto in mente?», «lo sai che non si può togliere più?» «hai soltanto 15 anni», le domande-tormentone di mamma e papà. Si fanno dire il nome dello studio di tatuaggi. E scatta la denuncia.

IL RISCHIO
Il fascicolo arriva alla Procura di Civitavecchia prima dell'estate: ai giudici si presenta un caso raro. Che tipo di reato si presenta? Dal punto di vista civile si può procedere per ottenere il risarcimento del danno, che andrà quantificato in seguito. Sul fronte penale però, si apre un'altra partita: la procura parla di «lesioni volontarie» perché gli aghi utilizzati dal tatuatore hanno procurato «delle micro lesioni sulle pelle» che, di fatto, risultano incancellabili. E' vero che esistono delle tecniche per rimuovere le decorazioni, ma le cicatrici restano. Al professionista a cui è stato notificato l'ordine di comparizione verranno contestate delle responsabilità precise. «Non sapevo fosse minorenne», la difesa dell'uomo che sta per andare a processo. In attesa della sentenza, il tatuatore ha chiuso il suo studio di Ladispoli. E, in silenzio, si è trasferito altrove.