Apocalisse traffico/ Il “Vigile Ignoto” di piazza Venezia

Apocalisse traffico/ Il “Vigile Ignoto” di piazza Venezia
Apocalisse traffico/ Il “Vigile Ignoto” di piazza Venezia
di Enrico Vanzina
Sabato 13 Ottobre 2018, 00:00 - Ultimo agg. 08:08
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Lo chiamano venerdì nero, quello appena trascorso per il traffico sulle strade romane, tra scioperi e chiusure. Ma anche manifestazioni, blocchi e chi più ne ha più ne metta. «È sempre così, quando si fermano i mezzi pubblici», mi dicono gli amici, ormai rassegnati ad un copione (non cinematografico) già visto mille volte. E allora, a quel punto, gli rispondo con un piccolo aneddoto del giorno prima, quando lo sciopero non c’era ancora, i mezzi (in teoria) camminavano, le manifestazioni degli studenti ancora in fase organizzativa.

Capita così che, intorno alle 11 di giovedì, a piazza Venezia, cuore di Roma, un testimone oculare (io…) si trovi a vivere una sua piccola disavventura urbana. Racconta il malcapitato automobilista che, mentre si stava dirigendo verso l’Aventino per un appuntamento di lavoro, si è ritrovato improvvisamente imbottigliato in un traffico infernale. Per scendere da Piazza del Quirinale a Piazza Venezia, 350 metri, ha impiegato 22 minuti. Motivo? In Piazza Venezia le auto provenienti dalla zona del Campidoglio e quelle provenienti da via Quattro Novembre, all’altezza della famosa pedana del vigile, si ostacolavano in maniera caotica, formando un tappo al traffico di proporzioni bibliche. Naturalmente sulla famosa pedana non c’era il vigile e non c’erano vigili in tutta la piazza, malgrado il delirio che si era creato. Magari si stavano preparando in vista del giorno dopo, quando – visto l’annunciato venerdì nero – qualcuno in più in giro se n’è visto.

A Roma, forse, questa notizia non fa notizia. E il cronista che se ne occupa si vergogna di dover affondare ancora una volta la lama nei disagi cronici della nostra capitale. Vorrebbe tanto parlare d’altro. Tuttavia, questo ingorgo mattutino ha qualcosa di tragicamente emblematico. Pensiamo naturalmente a quella “pedana” dove il vigile era un simbolo assoluto della tradizione romana. Una pedana travolta, poi ricostruita. Una pedana sulla quale Alberto Sordi, insieme al sindaco di allora Francesco Rutelli, festeggiò il suo passato da vigile cinematografico, dirigendo il traffico e dichiarando “è il luogo della memoria, della città che fu, e che i romani non hanno mai smesso di amare “. Anche Woody Allen, quando venne a girare il suo film a Roma, riprese l’attore Pierluigi Marchion vestito da vigile intento a volteggiare su quel rialzo circolare di Piazza Venezia.

Insomma, si tratta di una pedana che si può a buon titolo definire un mito. Vedere oggi, nel 2018, quello spazio vuoto e abbandonato dal suo personaggio simbolo, crea un forte disagio storico ed esistenziale. Ma è mai possibile che nessuno, negli ultimi trent’anni, abbia studiato una soluzione perché quella che è una delle principali piazze romane non sia solo un enorme spartitraffico?Possibile ritrovarsi ancora come in un film degli Anni 70, quelli in cui nelle piazze romane si vedevano solo ingorghi? Ricordiamo che negli Anni 90 togliere le auto da Piazza del Popolo fu una vera rivoluzione. Oggi siamo quasi nel 2020, appunto trent’anni dopo, e Piazza Venezia vive ancora una realtà obsoleta. Avvilente e disarmante. Nessun progresso per quello che riguarda la viabilità ma, in aggiunta, la scomparsa dell’unico strumento per regolarla: la presenza di un vigile. Tutto ciò suona ancora più beffardo dopo aver letto, giorni fa, i roboanti proclami dell’accordo tra Comune e Corpo dei Vigili Urbani, con il quale si annunciava la presenza nelle strade nella capitale di sette vigili su dieci. Come dicono i pochissimi romani che usano ancora il loro slang: ma de che?

Sappiamo che, in una grande capitale, i problemi del traffico sono davvero “un problema”. Difficile affrontarlo, difficile risolverlo, difficile trovare soluzioni intelligenti. Ma quando il problema, che dilaga dal centro fino alle periferie, colpisce il cuore della tradizione identitaria e svilisce un simbolo, l’attenzione deve diventare emergenza. Ora, ripeto, di fronte al caos annunciato una piccola mobilitazione c’è stata. I turni sono stati rinforzati, io stesso mi sono imbattuto in qualche “pizzardone”. Ma quella scena di piazza Venezia di giovedì mi è comunque rimasta dentro. Perché sarebbe davvero triste, tra qualche anno, ripassare in un giovedì “qualunque” a Piazza Venezia e trovare, oltre al monumento che celebra la memoria del Milite Ignoto anche del Vigile Ignoto, che magari compare solo ad emergenza già conclamata. Mala tempora avrebbero detto quelli che usavano lo slang di duemila anni fa.
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