Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i turchi. Quando si dice, mamma li turchi, allora. Anche se ormai Can Yaman, il divo del Bosforo, è quasi italiano (e romano) d’adozione. È bastato avvistarlo a piazza di Spagna, ieri, per creare uno smottamento nella folla di fan. La corsa al selfie con l’uomo dei sogni è andata in scena. Dieci, cento, mille...e ancora di più. Obiettivo, avvicinarsi e strappare un saluto, e magari abbracciarlo per una foto ricordo da incorniciare. E via, il balletto goliardico e divertito ha animato la mattinata.
Can Yaman a Roma, la folla in delirio
La cornice, però, era di quelle istituzionali, a braccetto con l’impegno nel sociale, cui Can Yaman non è per nulla estraneo.
Il look
Capelli lunghi legati sulla nuca, occhiali da sole, catenina al collo, morbida camicia bianca che lasciava intuire un’autorevolezza muscolare, l’attore turco ha approfittato della situazione per lanciare un appello al pubblico a favore della donazione di sangue. Ad accoglierlo, Claudio Saltari, il presidente DonatoriNati Roma. Doppio impegno per Yaman e per il suo Break the Wall tour con cui sta raccogliendo fondi a favore dell’Istituto di neuropsichiatria infantile di via del Sabelli.
Applausi, sorrisi, cori e grida, tanti occhi lucidi di emozione, e i cellulari pronti a scattare. Can, sempre sorridente e disponibile, è stato accompagnato per tutto il tempo dai poliziotti. E dalla piazza, via su per la scalinata di Trinità dei Monti, la passeggiata di Can Yaman ha innescato un’autentica processione. E allora date al turco quel che è del turco. La ribalta.