Capodanno cinese a Roma, gli appuntamenti per dare il benvenuto all’anno del coniglio d’acqua

Dal trekking urbano alla scoperta dell’Esquilino alla mostra “Up!” di Palazzo Merulana; ancora, dai menu creati ad hoc a base di portate benauguranti della tradizione, fino al gran finale a piazza Vittorio del 5 febbraio

Capodanno cinese
Capodanno cinese
di Sabrina Quartieri
Sabato 21 Gennaio 2023, 10:54
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Non vi aspettate spettacoli pirotecnici, né, tantomeno, parate colorate con danze del leone o festival delle lanterne, appuntamenti immancabili, invece, nella Terra del Dragone, in Corea, a Hong Kong e a Singapore, tutti pronti a celebrare, all’insegna della tradizione e del folclore, il Capodanno Lunare in arrivo, chiamato comunemente Capodanno Cinese. È la festa che dà il via a un nuovo anno, secondo il calendario lunare orientale, ed è attesa domenica 22 gennaio, quando inizieranno i 12 mesi e poco più sotto il segno del coniglio d’acqua. Un animale tranquillo, portatore di pace e serenità, garantisce il suo oroscopo. A Roma, se privatamente nelle case anche le famiglie originarie della Cina si preparano ad accogliere secondo usi e costumi tipici la ricorrenza, le iniziative aperte al pubblico per onorare la festività sono pensate, più in generale, per far conoscere meglio il mondo cinese a 360° gradi.

Eventi che prenderanno vita, in particolare, nei prossimi giorni all’Esquilino, rione storico di vocazione multiculturale, dove vivono e lavorano molti cinesi, per lo più ristoratori e commercianti. «A casa seguo anche io la tradizione e ho già attaccato gli striscioni di cartone rosso fatti da me intorno al portone, con delle frasi di buon auspicio per l’anno che sta arrivando. È un’usanza risalente a una antica storia mitologica legata al demone Nian, che in questo modo viene tenuto lontano dalle abitazioni». A raccontarlo è Liliana Liao, intraprendente italiana di origine cinese e responsabile di Associna Lazio che, proprio per il Capodanno alle porte, ha contribuito a organizzare una importante manifestazione di giovani creativi.  

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Dalla collettiva “Up!” di Palazzo Merulana, i cui protagonisti sono talentuosi artisti cinesi che studiano in Italia, ai menu a base di portate benauguranti della tradizione di alcuni ristoranti iconici in città. Ancora: dal trekking urbano alla scoperta dell’Esquilino, fino al gran finale a piazza Vittorio il 5 febbraio, ecco come Roma darà il benvenuto all’anno del coniglio d’acqua.

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1. Appuntamento con la cultura: visita alla mostra “UP!” 

Termina proprio il 22 gennaio, giorno in cui ricorre il Capodanno cinese, l’esibizione temporanea ospitata nello spazio museale di Palazzo Merulana all’Esquilino, che mette in mostra sette giovani artisti cinesi che hanno scelto di formarsi in Italia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma e non solo. È la collettiva “Up!”, curata da Liliana Liao e pensata sia per raccontare, attraverso linguaggi diversi, il legame intrinseco tra il background cinese degli artisti e la cultura italiana che essi stessi hanno respirato e assorbito durante il percorso formativo, che anche per indagare sulla possibilità di amalgamare i due mondi lontani che rappresentano. In questo sta il senso del nome: “UP!” con le 28 opere esposte rappresenta il percorso di crescita della talentuosa generazione Z all’opera, che desidera elevarsi - divenendo “il ponte” che attraversa i due spazi in cui si muove - per mezzo dell’arte.

Un’iniziativa, quella della mostra, incentivata dalla DMO ES.CO. Esquilino Comunità, presieduta da Michela Valentini, che vive da vent’anni in zona a piazza Dante e che, per il rione, punta a una promozione turistica innovativa, basata sulla riscoperta e sulla valorizzazione delle comunità locali che lo abitano, attraverso esperienze differenziate da vivere e condividere. «La mostra ne è un esempio – racconta Valentini – ed è importante il messaggio che vuole trasmettere alle nuove generazioni, quei figli dei cinesi arrivati all’Esquilino in passato per gestire ristoranti e negozi. Anche loro, come i protagonisti della collettiva, devono poter sognare di diventare pittori, scultori e non solo», conclude la Destination Manager.

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2. La tradizione a tavola con i menu a base di piatti portafortuna

Già sabato 21 gennaio mattina, alle ore 10.30, presso la Casetta Rossa alla Garbatella andrà in scena uno dei rituali più antichi del Paese dell’Estremo Oriente: “Cha-La Cina nel tè: cultura salute e benessere” è il viaggio alla scoperta dell’affascinante cerimonia del tè, alla presenza, tra gli altri, dell’esperto degustatore Ge Jun, oste di Sinosteria in zona Ostiense. Ci si sposta invece all’Esquilino per vivere la tradizione della Vigilia di Capodanno grazie ai piatti signature (presenti anche il giorno dopo) del ristorante Hang Zhou, un’istituzione culinaria a Roma per la cucina cinese, guidata dalla celebre signora Sonia, che vanta tra i clienti habitué il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, di casa nel rione. Le proposte si ispirano a ciò che si è soliti mangiare per l’occasione, perché benaugurante. Ecco, quindi, gli Gnocchi di riso, simbolo di prosperità; il pesce e il pollo, anch’essi portafortuna, con le immancabili polpette di pesce (o “Kung fu yu yuan”) secondo la ricetta della nonna di Sonia, a cui la titolare è legata da dolcissimi ricordi, «perché non mancavano mai a Capodanno», racconta. Spazio, infine, alle Teste di Leone, delle sfere di maiale simbolo di perfezione, per la loro rotondità. A scendere in campo con un menu ad hoc a prezzo fisso sempre a base di portate di buon auspicio e con il plus di esibizioni musicali, invece, è il ristorante di Jianguo Shu “Dao Chinese Restaurant”. L’insegna di viale Jonio infatti, per domenica 22 gennaio, ha ideato una cena a base di piatti come il Tangbao, il  “raviolo di zuppa” ripieno che favorisce la ricchezza; i Baozi yi mian, gli spaghetti con abalone e il suo succo che si servono solo a ospiti illustri e in occasioni speciali; o, infine, i Tangyuan, le palline di riso ripiene di crema di sesamo nero servite in brodo al profumo di fiori di prugne. È questo il dolce dell’integrità e dell’unione familiare (55 euro bevande escluse; necessaria la prenotazione). Ancora, se al termine della cena “Dao Chinese Bistrot”, aperto in zona piazza Bologna sempre dall’imprenditore Jianguo Shu, consegnerà ai clienti le benauguranti buste rosse “Hong Bao”, il ristorante Song in Prati propone un percorso degustazione con i sapori di Hong Kong ideato ad hoc dal maestro Lin Sang Chu. A coccolare i palati saranno i Dim Sum di astice, manzo con tartufo e coniglio, i Cheng Fun di gamberi, i Noodles e i secondi di anatra alla pechinese e spigola, oltre al dolce cinese tipico della tradizione Tang yuan (55 euro a persona, bevande escluse, con prenotazione minima di un tavolo per due).

Dao Chinese Restaurant

3. Trekking urbano e spettacoli dal vivo: gran finale tra outdoor ed esibizioni gratuite il 5 febbraio 

Roma celebra anche l’ultimo giorno di festa del Capodanno cinese, domenica 5 febbraio. Già dal mattino è in programma un trekking urbano organizzato dall’associazione Inforidea, per esplorare l’Esquilino e non solo, scoprendone i molteplici volti culturale, artistico ed etnico. Tra le tappe più interessanti, ci saranno quelle al Tempio buddhista e in alcuni luoghi indietro nel tempo, sulle tracce della antichissima medicina tradizionale cinese. Il percorso, della durata di cinque ore, terminerà a piazza Vittorio, cuore del rione, e anch’essa protagonista della giornata: i Giardini, a partire dalle ore 12, verranno animati con diversi appuntamenti aperti a tutti e organizzati dalla Comunità cinese di Roma. Tra questi, sono previsti spettacoli di arti marziali, esibizioni musicali, un bazar di piccole pagode con dei gadget portafortuna e diversi stand per raccontare la Cina attraverso l’editoria e l’artigianato tipico locale. Non mancheranno le postazioni più istituzionali dell’Ufficio del Turismo cinese di Roma e di Air China, la compagnia nazionale di bandiera della Repubblica Popolare Cinese. Non lontano, a raccontare ai curiosi qualcosa di più della lontana terra dell’Estremo Oriente, sarà l’unica statua di Confucio presente a Roma, ricevuta in dono dall’Istituto confuciano nel 2003. Ospitata all’interno dell’area mercato Esquilino, questa scultura è visitabile solo quando i banchi sono operativi (dalle ore 7 alle ore 18, tranne la domenica). Lo spazio poco conosciuto che l’ha accolta è un’oasi urbana preziosa: intorno all’omaggio al grande filosofo, incantano diverse piante simboliche. Come l’albero Cachi di Nagasaki, detto “delle sette virtù”, e il ficus sacro della Bodhi, unico esemplare in Italia in un giardino pubblico, consacrato cinque anni fa dai monaci del Tibet.

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