Ama, «via chi non può lavorare»: ma scoppia la lite. Controlli sui 301 dipendenti “inidonei”

Si valutano ricollocazione o licenziamento. Il braccio di ferro con i sindacati che ritengono illegittimi i tagli al personale

«Via chi non può lavorare», ma in Ama scoppia la lite. Controlli sui 301 dipendenti “inidonei”
«Via chi non può lavorare», ma in Ama scoppia la lite. Controlli sui 301 dipendenti “inidonei”
di Francesco Pacifico
Giovedì 2 Febbraio 2023, 00:02 - Ultimo agg. 11:16
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Primo aut aut: «Abbiamo troppi lavoratori inidonei in azienda. E dobbiamo trovare una soluzione». Secondo nodo: «Tutti i capizona devono ruotare, vanno trasferiti». Riunione tesa lunedì scorso tra i vertici dell’Ama e i sindacati di categoria. Si doveva parlare del nuovo piano industriale dell’azienda che aspetta il via libera da parte dell’Assemblea Capitolina, ma il clima si è riscaldato quando il nuovo capo del personale di via Calderon de La Barca, Antonio Migliardi, ha posto sul tavolo due questioni, anzi due richieste, che hanno messo subito in allarme Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. E che, di fatto, hanno alzato un muro, perché nel caso degli inidonei si può arrivare in extrema ratio al licenziamento per giusta causa.

In primo luogo, Ama ha annunciato che intende affrontare l’alto numero di lavoratori inidonei al suo interno: è un esercizio di circa 1.800 persone su oltre 7.000 dipendenti, netturbini, operai come amministrativi, le quali in base alle diverse patologie che sono state certificate loro non possono eseguire alcune lavorazioni e si vedono anche decurtare lo stipendio.

Nei casi più gravi, non possono trasportare i sacchi più pesanti o spostare i bidoncini della differenziata, ritirare gli ingombranti, utilizzare alcuni mezzi meccanici. Secondo tutti i vertici che si sono susseguiti in questi anni alla guida dell’azienda, la forte presenza di questi addetti incide non poco sulla qualità della raccolta dei rifiuti.

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ESUBERI

Per gli oltre 1.500 temporanei non totali la soluzione è semplice: intensificare le visite mediche controllo, che soltanto lo scorso anno sono riprese con regolarità, per capire se c’è stata una guarigione tale da poterli riportare alla piena operatività. Questione più complessa quella che riguarda gli inidonei totali, ai quali è stato riscontrato un deficit fisico che può essere permanente o temporale, ma che in ogni caso permette loro di fare soltanto determinate mansioni. Sono 117 gli inidonei totali permanenti, quelli che non vedranno mai migliorare le condizioni di salute, 184 i temporanei: 301 dipendenti che l’azienda, detto brutalmente, vuole rendere più produttivi oppure disfarsene.

All’incontro di lunedì la municipalizzata ha annunciato che vuole applicare quanto prevede l’articolo 44 del contratto di lavoro: valutare le condizione dei 301 inidonei, capire se ce la possibilità di ricollocarli in altri ruoli, anche con un demansionamento e conseguente taglio dello stipendio, in caso contrario c’è soltanto la strada degli esuberi, del licenziamento per giusta causa. Un’ipotesi, quest’ultima, che per il sindacato è irricevibile: meglio riposizionarli oppure vedere se ci sono le condizioni per un loro prepensionamento.

Le parti ridiscuteranno del tema già in un incontro previsto per domani. E qui parleranno anche della seconda stretta che Ama vuole introdurre: far ruotare tutti i capizona, i responsabili dei presidi territoriali. La questione è esplosiva, anche perché alcuni capizona sono collocati nello stesso territorio da tantissimi, hanno un forte ascendente sui loro colleghi e anche un potere di interdizione sulle scelte dell’azienda. La municipalizzata aveva già preparato un comunicazione di servizio per iniziare il turn over da ieri dei cosiddetti ”Tecnici operativi territoriali”, articolando gli spostamenti su cinque quadranti della città (Centro, Est, Sud, Nord, e Ovest). Poi, dopo il vertice di lunedì l’atto è stato sospeso. I sindacati al riguardo chiedono regole certe per evitare penalizzazioni nei trasferimenti.

Intanto questa mattina i vertici di Ama e l’assessore ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, presenteranno “i cestini per la carta intelligente”: sono contenitori autocompattanti, che schiacciano la carta come le bottiglie di plastica, e hanno una maggiore capienza. Una soluzione importante, visto che i cestini a Roma, soprattutto in Centro sono pochi, e sempre traboccanti di rifiuti.
 

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