«Mio fratello ha intrapreso questa attività perché amava molto il mare», dice Roberto Di Biase con la voce rotta dall’emozione. «Erano dietro la mia barca, a un certo punto non li ho più visti». Il peschereccio di Massimo (il fratello) e del nipote Claudio è affondato al largo di Focene. Lutto cittadino ieri a Fiumicino per la tragedia in mare in cui sono morti, risucchiati dalle onde, Massimo e Claudio Di Biase, padre e figlio di 62 e 29 anni, i due pescatori usciti con la loro vongolara domenica pomeriggio. Il lutto è stato deciso dal sindaco del comune costiero, Mario Baccini, dopo il dramma che ha coinvolto la città e tutti gli imprenditori ittici di Fiumicino. L’ordinanza del primo cittadino è stata emessa per le «tragiche circostanze che hanno colpito l’intera comunità cittadina». Bandiere a mezz’asta non solo nelle sedi comunali, ma anche negli edifici pubblici, raccomandando, infine, ai titolari delle attività commerciali, agli organizzatori di eventi e iniziative di «evitare comportamenti che contrastino con lo spirito del lutto cittadino». I cittadini sono stati inoltre invitati a osservare un minuto di silenzio e raccoglimento a mezzogiorno. Ieri sera le luminarie natalizie sono rimaste spente.
«Esprimo la mia vicinanza alla famiglia dei due pescatori di Fiumicino – precisa Baccini -. Una tragedia che ci colpisce da vicino e che ci lascia sgomenti ed addolorati. Abbiamo immediatamente attivato anche la protezione civile, in coordinamento con la Guardia costiera, e ora avvieremo il servizio di politiche sociali come supporto alla famiglia». Il sindaco, domenica pomeriggio, aveva seguito le operazioni di soccorso in mare nei locali della Capitaneria di porto di Fiumicino, quando ancora si sperava di riportare a casa vivi padre e figlio. Massimo e Claudio erano usciti a pescare. Erano a bordo della “Sette Fratelli”, la loro turbosoffiante di 13 metri, stavano rientrando quando il meteo è improvvisamente cambiato, peggiorando rapidamente. Vento forte e onde alte più di due metri. Poco lontano l’Aliseo I, la barca di Roberto Di Biase, il fratello di Massimo. L’Aliseo I è però riuscito a rientrare nel porto-canale anche con una lunga serie di danni a bordo, il natante “Sette Fratelli” invece è stato sommerso dalle onde.
I soccorsi sono partiti immediatamente. Dalla capitaneria di porto di Fiumicino si sono mossi una motovedetta, un gommone e un rimorchiatore, mentre dall’alto la zona veniva perlustrata da un elicottero dell’Aeronautica militare decollato dall’aeroporto di Pratica di Mare. Attivati anche i sommozzatori dei vigili del fuoco. Dopo quattro ore di ricerche, davanti alla costa di Focene è stato trovato il corpo di Massimo, a circa 500 metri dal Lido del Carabiniere. A individuarlo sono stati i marinai della guardia costiera. Poi sulla spiaggia di Focene i soccorritori hanno rintracciato anche il corpo di Claudio. La pesca a Fiumicino è in lutto e ieri sulle banchine nessuno aveva voglia di parlare. Sui social molti hanno espresso vicinanza alla moglie del comandante Di Biase. «Massimo era una persona semplice e molto attaccato al suo lavoro – precisa un lupo di mare - faceva parte di una numerosa famiglia di pescatori e era orgoglioso che il figlio Claudio seguisse le sue orme». Commozione anche a Ostia dove Massimo e Claudio erano molto conosciuti e dove si trova la pescheria di famiglia in via dei Promotori. Nonostante la tragedia, ieri l’attività è rimasta aperta. C’erano le ordinazioni da consegnare per la cena di questa sera.