Morbillo, è allarme fra i medici: «Vaccinazioni rallentate, è anche colpa del Covid»

Per il presidente della Società italiana di malattie infettive «bisogna accelerare»

Morbillo, è allarme fra i medici: «Vaccinazioni rallentate, è anche colpa del Covid»
Morbillo, è allarme fra i medici: «Vaccinazioni rallentate, è anche colpa del Covid»
di Giampiero Valenza
Giovedì 15 Dicembre 2022, 00:39
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«Mi preoccuperei se si dovesse abbassare la soglia dei vaccinati. Certo è che il lockdown può aver influito al rallentamento delle vaccinazioni, che non bisogna mai dimenticare per la loro importanza». Lo dice Claudio Maria Mastroianni, il presidente della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che è anche professore ordinario di Malattie Infettive della Sapienza. Secondo la scienza il virus del morbillo è contagiosissimo, più di Sars-Cov-2, quello che invece causa la Covid-19. Chi si avvicina un po’ di più ai suoi tassi di contagiosità è la variante Omicron 5. Ecco, dunque, che anche qui (come per la Covid), la prevenzione è fondamentale per cercare di contrastare il dilagare del virus e, di tutta risposta, contenerne il numero dei casi. Anche il rallentamento dei servizi sanitari causati dal lockdown Covid può aver inciso sul numero delle vaccinazioni anti-morbillo. E, quindi, il freno tirato un po’ di più sulle somministrazioni nei periodi più bui oggi obbliga a pigiare l’acceleratore. Il vaccino è l’arma che la medicina ha a disposizione ormai da tempo, per una lotta che va fatta giorno dopo giorno. 

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Professor Mastroianni, perché gli operatori sanitari sono più a rischio di contagio?

«È chiaro che gli operatori sanitari sono i primi soggetti esposti a una qualsiasi malattia infettiva.

Importante è usare le giuste precauzioni, come le mascherine. Così il rischio di contagio si abbassa, come per qualunque altra patologia infettiva».

Quanto serve la vaccinazione contro il morbillo? È così efficace come si dice?

«Tantissimo. È importante procedere invece con le vaccinazioni. Io mi preoccuperei, invece, se si dovesse abbassare la soglia di copertura vaccinale, cioè se sempre meno persone arrivino ad immunizzarsi contro la malattia». 

Ma perché se ci si vaccina contro il morbillo, ci si può ancora infettare? 

«Come tutte le vaccinazioni non c’è una copertura al 100%. Quindi, non dà una protezione assoluta. Ma permette, in caso di contagio, di avere un decorso leggero o asintomatico. Per ora l’unica terapia contro il morbillo è proprio la prevenzione». 

La pandemia di Covid-19 può aver prestato il fianco al morbillo e, dunque, indebolito la lotta alla malattia?

«A livello internazionale c’è un trend di ritorno del morbillo legato alle minori vaccinazioni fatte durante la pandemia di Covid-19. Infatti, in alcune aree del pianeta la crescita è stata anche del 70%. L’invito è a non abbassare mai la guardia».

E in Italia?

«I tassi di copertura vaccinale sono buoni. Due o tre anni fa ci fu una epidemia o, meglio, maggiori casi di infezione. Anche qui il Covid ha un po’ rallentato l’accesso ai servizi vaccinali. Quella contro il morbillo, infatti, è una vaccinazione obbligatoria che ai bambini va necessariamente fatta».

Il decorso della malattia spesso non è grave e ce la si può cavare con un decorso che dura tra i 10 e i 20 giorni, con febbre ed eruzioni cutanee. Proprio come la Covid la sua trasmissione è legata alle droplet, le goccioline che produciamo quando si parla o si respira. Ma di questa malattia ci si può anche morire. Quali sono le complicazioni più gravi che potrebbero derivare dal morbillo?

«Possono capitare polmoniti gravi, encefaliti, problemi neurologici e malattie cardiache. Si può indebolire il sistema immunitario ed è molto importante vaccinarsi e proteggersi contro questa infezione». 

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