Roma, neonato morto dopo la circoncisione: arrestate 2 false infermiere, indagata anche la madre

Era mattina quando la madre del neonato, stretto in braccio e ormai cianotico, aveva fermato una pattuglia dei carabinieri per chiedere aiuto

Roma, neonato morto dopo la circoncisione: arrestate 2 false infermiere, indagata anche la madre
di Camilla Mozzetti
Martedì 28 Marzo 2023, 06:32
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«Prendo 300 euro per questo tipo di interventi», con le mani ancora sporche di sangue ha risposto così Kate Egbe Iduorobo, classe 1976, alla madre del neonato morto probabilmente per emorragia. È lei una delle donne nigeriane sottoposte a stato di fermo con l'accusa di omicidio preterintenzionale aggravato dall'esercizio abusivo della professione infermieristica a seguito della morte del bimbo che, il 24 marzo scorso, era stato circonciso. La madre del piccolo, venti giorni appena di vita, di fronte al costo richiesto per l'intervento aveva provato a obiettare ma alla fine ha pagato il prezzo di quella prestazione che, in certe comunità, viene svolta come rito non obiettabile. Ma a portare la finta infermiera nella casa della neo mamma è stata un'altra donna nigeriana, Iyore Choiche Evbakhare del 70 anche lei come la prima condotta a fronte delle medesime accuse nella sezione femminile del carcere di Rebibbia e in attesa ora dell'interrogatorio di convalida.

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LA RICOSTRUZIONE
I fatti accertati dai carabinieri della Compagnia di Frascati e della stazione di Colonna sono i seguenti: la neo madre, nigeriana anche lei e indagata in stato di libertà per omicidio preterintenzionale, si rivolge alla Evbakhare per reperire una figura capace di circoncidere il figlioletto.

Questa, tramite la comunità, le porta in casa la Iduorobo, regolare permesso di soggiorno e in Italia da più di vent'anni. La donna è vedova (anni fa sposò un uomo italiano) e madre di un figlio minorenne. Non ha mai conseguito alcun titolo infermieristico ma si presume, stando anche alla tariffa chiesta al termine della circoncisione che quello non fosse il suo primo intervento. A condurre i militare a lei è stata proprio l'intermediaria, ovvero la Evbakhare, che si è presentata con un avvocato alla stazione dei carabinieri di Tor Vergata poiché aveva capito di essere ricercata. La finta infermiera è stata invece trovata a Montana, dove risiede da tempo. In casa i militari non hanno trovato i "ferri del mestiere", purtroppo neanche a casa del neonato è stato trovato il bisturi usato per l'intervento. Tuttavia, tra cassetti e armadi, la donna conservava svariati medicinali: antidolorifici per lo più ma anche eparina nonché garze e cerotti e la cifra di 4.240 euro in contanti. Al momento non è possibile contestarle altri episodi di circoncisione, ciononostante le è stato sequestrato anche il cellulare per capire che tipo di contatti avesse e quale fosse la natura degli stessi. L'ipotesi è che la Iduorobo fosse considerata in qualche modo la "referente" nella comunità nigeriana (o in parte di essa) di questi riti. Riti che, la Regione Lazio, ha permesso di eseguire in ospedale (San Camillo e Umberto I le strutture ad oggi disponibili) anche in assenza di necessità cliniche ma solo per evitare interventi illegali e tragedie come l'ultima avvenuta a Torpignattara. Era mattina quando la madre del neonato, stretto in braccio e ormai cianotico, aveva fermato una pattuglia dei carabinieri per chiedere aiuto. L'intervento era avvenuto poche ore prima e quasi certamente era stato mal eseguito. Si attende ora l'esito dell'autopsia sul neonato che sarà eseguita nei prossimi giorni e che quasi certamente dimostrerà come la causa della morte sia stata una violenta emorragia.

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