Padre morto da 5 anni, ma la figlia incassa la pensione: condannata, dovrà restituire i soldi all'Inps

L’imputata si è fatta accreditare sul suo conto corrente 113mila euro

Padre morto da 5 anni, ma la figlia incassa la pensione: condannata, dovrà restituire i soldi all'Inps
Padre morto da 5 anni, ma la figlia incassa la pensione: condannata, dovrà restituire i soldi all'Inps
di Erika Chilelli
Venerdì 11 Novembre 2022, 22:43 - Ultimo agg. 12 Novembre, 17:14
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L’Inps le ha mandato la pensione per cinque anni, ma il denaro che riceveva alla donna non spettava affatto. Non era il suo, ma quello del padre defunto nel 2012, di cui “distrattamente” non aveva denunciato la morte allo Stato. La donna, Simona Cavolata, 47 anni, avrebbe anche falsificato la firma dell’uomo per la richiesta di detrazione per i familiari a carico e inviato il nuovo Iban per l’accredito della pensione. Per aver truffato lo stato fino al 2017, ottenendo la somma di 113 mila euro, la donna è stata condannata dal giudice monocratico del Tribunale di Roma a scontare la pena di un anno e 11 mesi, ottenendo il beneficio della sospensione, subordinato al risarcimento all’Inps costituito parte civile nel processo. 

LA PERDITA
Quando ha perso il padre, all’improvviso, è rimasta da sola, ma la 47enne, per far fronte alle difficoltà economiche, ha messo da parte il dolore e ha trovato il modo di “restare a galla”, sfruttando il dono che inconsapevolmente le aveva lasciato il genitore: la pensione.

Così, nel 2012, invece di dichiarare allo Stato la morte del padre, presentando il certificato che la attestasse, Simona ha continuato ad incassare mensilmente la cifra che l’Inps, ignaro di tutto, continuava a versare all’anziano. Non doveva neanche recarsi all’ufficio postale per ritirarla, ma le veniva accreditata direttamente sul conto corrente a suo nome. La donna, infatti, falsificando la firma del genitore, non solo aveva richiesto una detrazione delle tasse, sostenendo che l’anziano avesse familiari a carico, ma anche cambiato anche il conto corrente in cui l’Inps doveva versare il pagamento, sostituendo il suo a quello del padre. Una condotta portata avanti senza alcun problema fino al 2017, quando l’Istituto di previdenza sociale, insospettito, ha effettuato dei controlli scoprendo il raggiro. La donna è stata accusata di truffa e ha dovuto affrontare il processo. 

LE BUGIE
In aula, la quarantasettenne ha negato tutto, sostenendo di non sapere che i soldi venissero versati sul suo conto: «Io non li ho mai ricevuti - ha detto al giudice- se li ha ritirati qualcuno non sono stata io». Le parole di Simona, però non hanno convinto. Il pm, Mario Pesci, ha chiesto la condanna a due anni e due mesi di reclusione. Ieri, il giudice monocratico ha condannato la donna alla pena di un anno e undici mesi concedendole i benefici della sospensione della pena. La 47enne, però, dovrà risarcire l’Inps per l’intera somma: 113mila euro.

L’INGANNO
Le truffe sulle pensioni sono sempre più frequenti e c’è chi riesce ad ingannare l’Inps per anni senza incorrere in nessuna sanzione. Un inganno che costa all’istituto di previdenza sociale milioni di euro. Per continuare ad incassare le pensioni dei genitori e aumentare i propri guadagni mensili c’è chi ricorre anche a misure drastiche: come il 50enne di Milano, scoperto a ottobre del 2021, che ha murato il corpo della madre 80enne, morta per cause naturali, avvolgendo in sacchi di plastica e continuando a percepire la pensione di 1700 euro al mese. Ha preso la pensione della madre morta, per nove anni dal 2005 al 2014, una donna di 75 anni per la quale la procura di Roma nel 2019 ha disposto l’arresto.
 

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