Sesso con minori stranieri in cambio di 50 euro o cellulari, cuoca di Roma condannata a 2 anni

L’accusa per la 41enne è di induzione alla prostituzione: 3 magrebini le vittime

Sesso con minori stranieri in cambio di 50 euro o cellulari, cuoca condannata a 2 anni
Sesso con minori stranieri in cambio di 50 euro o cellulari, cuoca condannata a 2 anni
di Valeria Di Corrado
Domenica 21 Gennaio 2024, 22:35 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 18:21
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Li “comprava” con una felpa di marca, un cellulare di seconda mano o al massimo 50 euro. In cambio otteneva da loro dei rapporti sessuali. L’11 gennaio scorso è stata condannata dalla prima sezione penale del Tribunale di Roma a due anni di reclusione per induzione alla prostituzione minorile l’ex operatrice di una comunità che accoglieva minori stranieri senza genitori. Tania F., all’epoca dei fatti 33enne, svolgeva le mansioni di cuoca e addetta alle pulizie per la struttura di Sant’Ambrogio sul Garigliano, in provincia di Frosinone, costituitasi parte offesa. Per mesi - da dicembre 2015 ad aprile 2016 - avrebbe approfittato sessualmente di alcuni giovani ospiti, portandoli, se necessario, anche a letto in stanze a pagamento. Dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Cassino, coordinate dal pm romano Antonio Calaresu, è emerso che almeno tre di questi adolescenti con un futuro incerto avevano ceduto alle “proposte indecenti” - trasformandosi in baby gigolò - in cambio di regali: per lo più paghette, vestiti e vecchi telefonini. 

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LA DENUNCIA

A far scoperchiare il caso un collega dell’imputata. È l’estate 2015.

L’operatore raccoglie le confidenze di un ospite: «Ho una storia con una operatrice. Se non ci credi guarda la foto», si era quasi vantato il 17enne egiziano. Ma l’amore non c’entra nulla. La cuoca viene subito convocata dalla direzione. Lo scatto che la immortala è inequivocabile. Non le resta che confermare. Racconta che la storia col ragazzino è cominciata da un mese, che non lo paga, e i regali sono solo gentilezze. Carinerie che scatenano l’inferno dentro al centro di accoglienza. 

LE LITI

Anche gli altri adolescenti vorrebbero avere infatti dei soldi in tasca, un cellulare e magari un paio di jeans di marca. E allora litigano. Scoppiano pure due risse, di cui si capirà solo successivamente quale fosse la causa scatentante. La direttrice del centro sceglie subito la via della denuncia. «Solo dopo le rivelazioni dell’operatore ho scoperto che il caso era di dominio pubblico tra gli ospiti, tanto da creare problemi di ordine pubblico, per fortuna mai più esplosi».
La cuoca si dimette subito. Si saprà poi che gli incontri con il 17enne egiziano continueranno anche fuori dal centro di accoglienza, in un albergo dove lo portava pure in precedenza, anche di notte. Così alla responsabile della struttura non resterà altro da fare che allontanare l’adolescente e trasferirlo in un’altra comunità.

 

GLI ALTRI CASI

Il trasferimento della cuoca e addetta alle pulizie viene disposto nell’aprile del 2016. Quel giorno nel centro ciociaro circola un’altra voce. Altri due ragazzini, un egiziano e un tunisino tra i 14 e i 17 anni, avevano intrattenuto rapporti intimi con la donna. «Ho saputo in quella circostanza - ha spiegato la direttrice - che non era la prima volta che si intratteneva sessualmente con gli ospiti della comunità». «In particolare mi veniva riferito, come peraltro confermato da una foto girata su WhatsApp e scattata presumibilmente in un albergo che la stessa aveva avuto intimità con un altro ospite, un ragazzo egiziano nato nel 1997, ospite nella nostra struttura fino a febbraio 2015». Anche il sedicenne egiziano allontanato, chiamato dal V dipartimento del Campidoglio per spiegare il suo trasferimento, ha ammesso: «Avevo una relazione con una operatrice, la cuoca».
L’ex operatrice - che oggi ha 41 anni - era stata assunta in quella comunità nel maggio 2013. Oltre alla condanna a due anni di reclusione, i giudici hanno disposto la sua interdizione dai pubblici uffici.

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