Il tram in via Nazionale: «Ostacolerà bici e pedoni»

Il tram in via Nazionale: «Ostacolerà bici e pedoni»
Il tram in via Nazionale: «Ostacolerà bici e pedoni» ​
di Fernando M. Magliaro
Domenica 5 Novembre 2023, 00:42
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«Da urbanista, dico che il tram su strade del centro storico crea problemi: produce difficoltà all’uso pedonale e ciclabile, confinamenti dello spazio pubblico, trasformazioni del paesaggio urbano che occorre attentamente valutare». Paolo Colarossi, presidente Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, è molto chiaro: «“specializzare” uno spazio pubblico, anche una carreggiata stradale, è una “rigidezza” in più che produce indubbiamente effetti negativi sull’uso e sul paesaggio urbano di quello spazio». 
Parliamo del progetto del Campidoglio - bandiera della lobby filotranviaria e del collaterale panorama degli pseudoambientalisti tanto cari a un certo mondo di sinistra - di realizzare la Tva, la linea tranviaria Termini (palazzo Massimo), Vaticano (piazza Risorgimento) e Aurelio (piazza Giureconsulti). In totale, sarebbero 8,9 chilometri di binari da costruire: 8,2 fra Termini e Giureconsulti, più 770 metri per la diramazione per il Vaticano. Il tutto al costo preventivato, di 294 milioni di euro: 120 a carico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Pnrr; e 174 “accantonati” dal ministero dei Trasporti. Il Campidoglio dovrebbe pagare con il proprio bilancio tutte le eventuali spese eccedenti questa cifra. Per realizzare questi tre capolinea e le 18 (o 19, dipende da quale documento si consulta) fermate previste, il Comune, la cui precisione in termini di calcoli sulle tempistiche è proverbiale, conta di avviare il cantiere, finanziato dai 129 milioni del Pnrr, della tratta da Termini a piazza Venezia ad aprile 2024, sospenderlo a novembre 2024 e riaprirlo a gennaio 2026 per concluderlo a giugno 2026. Per poi aprire quello successivo con il generico obiettivo di avere la linea completa a marzo 2028. 
TUTTI CONTRO
Il contestatissimo progetto è avversato da residenti, commercianti e albergatori. Che si accompagnano a una lunghissima serie di “no” da parte di tecnici di diverse discipline: urbanistica, ingegneria dei trasporti, ingegneria acustica, ingegneria civile. Poi, archeologi e storici. E, ancora: sindacati della polizia di Stato, dei vigili urbani, dei vigili del fuoco, dei tassisti, degli operatori sanitari. Più le personalità: l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli; l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Veltroni, Roberto Morassut; l’ex consigliere comunale e deputato di Verdi e SeL, Paolo Cento; l’ex comandante generale dei vigili urbani, Antonio Di Maggio e l’ex vicecomandante del I Gruppo Centro Storico, Gianfranco Barba; l’ex comandante dei vigili del fuoco di Roma e Provincia, Luigi Abate; il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli; il segretario regionale dei Medici d’Urgenza e Emergenza (Simeu), Giulio Maria Ricciuto; e il segretario generale del Sindacato Medici italiani, Paola Onotri. 
LA POLITICA
C’è anche la politica che si è mossa: il Campidoglio svicola e da settimane rinvia di fissare la data per il consiglio comunale straordinario sull’opera richiesto dalle opposizioni. In Regione, il presidente della Commissione Trasporti, Cosmo Mitrano (FI) su richiesta del consigliere della Lega, Giuseppe Cangemi, ha convocato in audizione il Comune che ha aperto, dopo settimane di muro, a un confronto pubblico con poteri di modifica del progetto in quattro sedute con le categorie contrarie. In parlamento, il deputato Luciano Ciocchetti ha presentato un’interrogazione al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. 
LE CRITICITÀ
Fra gli elementi più controversi, la totale assenza dalle carte progettuali di simulazioni sul traffico che chiariscano cosa può accadere se un tram rimanesse bloccato a via Nazionale dove si immettono i mezzi dei vigili del fuoco e della questura. O a via IV Novembre. O, ancora, di fronte al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito in Sassia. 
Aggiunge Colarossi: «Meno roba che cammina su quattro o più ruote mettiamo sulle strade romane e meglio è, e in particolare su quelle del centro storico perché dovrebbero essere strade a vocazione prevalentemente pedonale e ciclabile. Tanto più questo vale per una linea tramviaria, anche per la sua rigidezza di infrastruttura dedicata. Ricordiamo i gravi problemi prodotti dal tram a via Flaminia. Pensiamo a via Nazionale. Una strada che, nonostante un forte calo registrato negli ultimi 3 o 4 anni, è una strada a forte vocazione commerciale con presenza di negozi anche storici. Per questo dovrebbe essere attraversabile facilmente dai pedoni e certamente le rotaie del tram non aiutano. Questo vale poi anche per la prosecuzione del tracciato nella zona centrale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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