Francesco De Paolis morto al San Camillo, l'ipotesi choc anafilattico: acquisita in Procura la cartella medica

Il sospetto di un'allergia non diagnosticata

Francesco De Paolis morto al San Camillo, l'ipotesi choc anafilattico: acquisita in Procura la cartella medica
Francesco De Paolis morto al San Camillo, l'ipotesi choc anafilattico: ​acquisita in Procura la cartella medica
di Valentina Errante e Alessia Marani
Venerdì 5 Gennaio 2024, 07:12 - Ultimo agg. 08:06
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Francesco De Paolis, il 44enne morto la sera di San Silvestro al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo dove era entrato tre ore prima per un mal di gola che gli rendeva difficile deglutire, secondo i familiari, era allergico solo all'amoxicillina, un antibiotico di uso comune. Gli inquirenti ora vogliono capire, però, se a provocare l'improvviso decesso dell'uomo non sia stato uno choc anafilattico indotto da qualche altra sostanza non tollerata dal suo organismo e con la quale potrebbe essere venuto in contatto. È questa l'ipotesi presa in considerazione dalla procura di Roma che ha acquisito le cartelle cliniche e ieri ha disposto l'autopsia, eseguita al policlinico Gemelli fino a sera. L'esame dovrà verificare anche se De Paolis non abbia avuto complicazioni dovute malattie congenite sconosciute.

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LO SPRAY

Secondo quanto riportato nella denuncia presentata dalla compagna Chiara Romei ai carabinieri della stazione di Porta Portese, il 44enne aveva cominciato a sentirsi poco bene il giorno prima, ma non era stata data troppa importanza al caso, «visto che - spiega la stessa Chiara, 36 anni - io avevo avuto le placche alla gola e la nostra bambina di 3 anni era reduce dall'influenza». Il dolore, tuttavia, era diventato persistente e sempre più fastidioso e l'indomani mattina, De Paolis, che lavora come banconista nel reparto frutteria del supermercato "Tigre" di via Cesare Pavese all'Eur, tifosissimo della Lazio e benvoluto da tutti, era stato costretto a tornare a casa dal lavoro ed era passato in farmacia per acquistare uno spray orofaringeo. Nel pomeriggio la situazione non era migliorata. Verso le 19 Chiara e De Paolis avevano stabilito che fosse meglio andare al pronto soccorso. Lui era salito in macchina e da solo aveva raggiunto il San Camillo, non è lontano da casa: Chiara deve restare con la bambina.

L'ULTIMO MESSAGGIO

I due si messaggiano, anche con dei vocali, su Wapp. De Paolis la avvisa che gli hanno fatto il tampone e che è negativo al Covid, ma che deve aspettare. Gli fanno dei prelievi. A un certo punto dice a Chiara: «Forse mi ricoverano», ma a proposito del mal di gola non le sa dire nulla perché «ancora non mi hanno visitato». «Sto a sputà tutto catarro», le scrive nell'ultimo messaggio delle 20.33 poi il silenzio assoluto. «Alle 22 una mia amica - spiega ancora la compagna - riesce a parlare con un'operatrice del pronto soccorso che sarebbe andata a informarsi delle condizioni di Francesco per poi richiamarmi. E così è stato, dopo venti minuti ricevo une telefonata: "Signora venga subito, la situazione è molto grave"». Quando Chiara arriverà («era l'ultimo dell'anno, non trovavo un taxi, avremmo dovuto festeggiare, invece è stato un incubo») farà in tempo a vedere Francesco intubato attaccato a un macchinario e con valori bassissimi. I medici le dicono che «hanno provato a rianimarlo dalle nove, quattro volte», lei insiste perché ci provino ancora. «Gli tenevo la mano, scongiuravo quella dottoressa», e poco dopo sotto i suoi occhi il cuore del compagno cesserà di battere per sempre.

L'APPELLO

De Paolis lascia anche un'altra bambina, la figlia più grande di 12 anni avuta da una precedente relazione. «Va fatta chiarezza su quanto accaduto, è inspiegabile che un uomo giovane, che non risultava avere patologie pregresse, possa essere morto, forse strozzato o soffocato, mentre era in un pronto soccorso - afferma il legale della famiglia, l'avvocato Cesare Antetomaso - è anche un fatto di dignità, la denuncia per omicidio colposo presentata è un atto dovuto, al di là di quelle che saranno le eventuali responsabilità, nei confronti delle figlie che hanno perso un papà».
I familiari, intanto, lanciano un appello a coloro che la sera del 31 dicembre si trovavano insieme con De Paolis all'interno del pronto soccorso in attesa di essere visitati: «Se qualcuno ritiene di avere elementi utili per capire che cosa possa essere successo si rivolga al nostro avvocato», dicono.
In attesa che l'autopsia faccia piena luce sulla vicenda - l'èquipe nominata dal pm Luca Guerzoni avrà 90 giorni di tempo per depositare i risultati - l'ospedale San Camillo rinnova la sua «vicinanza alla famiglia», fiducioso «nell'operato dei sanitari che hanno fornito assistenza al paziente durante la sua repentina e grave evoluzione».

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