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Roma, stazione Trastevere tra giacigli, bottiglie e risse. Lo sfogo dei residenti: «La notte abbiamo paura»

Il piazzale centro di spaccio: "Qui è terra di nessuno"

Roma, stazione Trastevere tra giacigli, bottiglie e risse. Lo sfogo dei residenti: «La notte abbiamo paura»
Roma, stazione Trastevere tra giacigli, bottiglie e risse. Lo sfogo dei residenti: «La notte abbiamo paura»
di Raffaella Troili
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 4 Settembre 2022, 11:12 - Ultimo agg. : 24 Febbraio, 06:46
3 Minuti di Lettura

L'apparenza inganna dice chi la vive e la conosce. La Stazione Trastevere appare un pomeriggio qualunque di un sabato qualunque pulita e sorvegliata più del solito, dentro e fuori. Ai margini qualche carrello, un materasso, dei cartoni, resti di giacigli, bottiglie ed erbacce incolte qua e là. Ma lo scenario non dà l'idea di quel che accade davvero nel piazzale e quando cala la notte. «Sotto i portici si raduna il solito esercito di sbandati e senza tetto, un dormitorio che è difficile da arginare» racconta chi lavora o vive intorno alla Stazione.
Ma il problema è un altro e più grave. Lo spaccio. Il giro è di giovani disperati che qui chiamano gli invisibili, in realtà sanno bene i punti dove stazionano. «Una banda di tossici si raduna qui» raccontano dentro un bar poco lontano dall'entrata, «un degrado pazzesco...».

La conferma viene dalle risse che spesso scoppiano anche in pieno giorno, i passeggeri vanno e vengono e di rado sono coinvolti mentre chi ha il polso della zona come lo storico giornalaio racconta di «bivacchi notturni, barboni, alcolizzati, tossici e disperati»: La mattina i resti sono inequivocabili: siringhe, vomito, «la stazione puzza spesso pulisco io qui intorno, l'Ama dovrebbe farmi un monumento».
Il viavai va da un negozio di alcolici a poco prezzo allo spiazzale, la stazione si popola all'imbrunire, e come tutti gli scali è punto di ritrovo per tanti disperati. «Giovani e con il reddito di cittadinanza», dice un altro avventore, italiani spesso o profughi. Poco distante c'è Villa Maraini. Vicinissimo il sottopasso - ora tutto sgomberato - dove si radunavano in tanti e che era diventato terra di nessuno. Dato alle fiamme, è ora accessibile. Chi vive nella zona ammette che la sera serpeggia la paura: «Speriamo che il progetto di di riqualificazione cambi davvero il volto della Stazione».

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L'AGGRESSIONE
I primi di agosto una donna di 47 anni è stata aggredita in via Orti di Cesare lungo le scalette che portano alla stazione. Ferita con un coltello al volto, al collo e all'addome è viva per miracolo, è arrivata al vicino ospedale San Camillo in condizioni disperate. Un passante allertò immediatamente i soccorsi, l'aggressore - compagno della vittima che vive di espedienti e ha a suo carico altri precedenti penali - è stato rintracciato e arrestato nei giorni successivi.
Da allora i controlli nella zona si sono intensificati. Nel marzo scorso, un uomo sui settanta anni è morto di freddo e stenti proprio alla Stazione Trastevere, ad accertarne il decesso fu un medico di passaggio, se non fosse intervenuto per caso, quel corpo rigido e inerme, letteralmente gelato, sarebbe rimasto lì chissà per quanto.
Ieri la vigilanza era all'entrata, degli operatori svuotavano i cestini interni, anche ascensori, corridoi, scale e binari erano decorosi. Ma chi conosce la stazione invitava a «non fidarsi delle apparenze, i soliti noti sono sempre qui nei paraggi, poveracci senza prospettive, non mi aspettavo di lavorare in queste condizioni e di conoscerne tanti. Li ho visti morire di droga e stenti, a volte sono anche invadenti ma devi conviverci. Sotto il lock down c'erano solo loro: del resto, non hanno una casa...».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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