Un pomeriggio di sole ai Castelli Romani si è trasformato in una tragedia. Domenica i tanti turisti che cercavano momenti di relax facendo due passi lungo le sponde del lago di Castel Gandolfo ammirando lo spettacolo naturale, si sono trovati di fronte a una scena drammatica: erano le quattro del pomeriggio e fra le persone a passeggio lungo lo specchio d'acqua all'ombra della residenza papale c'era una coppia, una donna e un uomo sulla sessantina, a spasso lungo via Spiaggia del Lago, la strada che corre parallela alla riva. Ad un tratto l'uomo, di statura rilevante, si accascia e cade a terra. La moglie che gli sta accanto viene presa dal panico, chiede aiuto per cercare di aiutare il marito. Seguono minuti concitati che sembrano lunghissimi. C'è chi chiama il 118 e chi prova ad eseguire una manovra per la rianimazione. Poco dopo, da un vicino tennis club, arriva il gestore del centro sportivo: ha in mano un defibrillatore e lo usa per cercare di salvare la vita a quella persona stesa a terra accanto alla moglie sconvolta. Purtroppo, però, non c'era più niente da fare. Dopo qualche minuto arrivano i carabinieri e gli agenti della polizia locale di Castel Gandolfo, che mettono ordine tra i presenti. Sul posto si precipita anche il personale del 118. Pure il medico tenta il tutto per tutto. Purtroppo l'esito è inevitabile. Il personale sanitario non può far altro che dichiarare il decesso. Poco dopo il corpo è stato riconsegnato alla donna, Cinzia, per darne degna sepoltura.
Il ritratto
La vittima è un uomo di Velletri, Alberto Nicosanti.
«Il suo carattere amichevole, la sua gentilezza e professionalità lo rendevano benvoluto da tutti» spiega un suo amico. Col tempo aveva costruito una famiglia con la moglie Cinzia e il figlio, Cristian, aveva seguito le sue orme. Anche lui è una guardia giurata per la stessa azienda ma era soprattutto Alberto ad essere ogni giorno presente, da oltre vent'anni, nella portineria della storica sede dell'istituto di credito di Velletri. «Da quando sono entrato a far parte della banca, lui c'è sempre stato: per noi era un'istituzione» racconta Fabrizio. «Era impossibile non conoscerlo ricorda Massimo - e anche se non era un dipendente dell'istituto la sua figura è legata alla storia della Popolare. Era una bravissima persona e la sua morte è stata davvero inaspettata». Altri lo ricordano come un uomo «sempre gentilissimo e con il sorriso», «una persona semplicemente buona e straordinaria». Tra un anno sarebbe andato in pensione dopo una vita di onorato servizio. Invece il suo percorso si è fermato sul lago di Castel Gandolfo e i funerali si svolgeranno nei prossimi giorni a Velletri.