Andrea, ragazzo down rifiutato dalla piscina: «Oggi mi prendo la mia rivincita grazie al calcio»

Andrea Ceci esulta dopo un gol
Andrea Ceci esulta dopo un gol
di Raffaele Nappi
Mercoledì 14 Agosto 2019, 13:57 - Ultimo agg. 13:59
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Quando era piccolo Andrea provò ad iscriversi ad un corso di nuoto a Roma. I responsabili della piscina, però, lo rifiutarono, perché la struttura «era abituata a sfornare solo campioni», racconta mamma Domenica. Oggi Andrea Ceci, 44 anni, con Sindrome di Down, si è preso la sua bella rivincita. Gioca, si allena ed è leader di una squadra di calcio a 5 alla Tevere Remo: «E noi non ci sentiamo più soli», sorride la mamma.
 
IL TRASFERIMENTO - Andrea è nato a New York nel 1974. «Lavoravo negli Stati Uniti ed avevo un fidanzato – ricorda la mamma – Dopo la nascita del mio bambino sono rimasta sola. Così ho deciso di trasferirmi a Roma». I primi anni nella capitale non sono stati facili, a partire dalla scuola: «Il primo giorno di scuola Andrea è rimasto completamente solo, senza una classe. Nessuno voleva prendersi cura di lui. Gli assistenti sociali non sono intervenuti, fino a quando una maestra si è presa la responsabilità di tenerlo con sé. Guardi – continua la mamma – mi sento ancora male a pensarci». Stesso discorso per la piscina: Andrea ha cominciato a parlare e camminare tardi, passati i 3 anni di età. «Ma lui era attivo, voleva fare sport. Andammo a iscriverci ad un corso di nuoto ma anche lì rifiutarono l’iscrizione».
 

 

 
GLI AMICI - Col tempo Andrea riesce a inserirsi nel suo gruppo parrocchiale. Ama la musica e il karate, scrive e appunta sul suo taccuino ogni cosa. Esce con gli amici, frequenta gli eventi della sua zona (Pineta Sacchetti) e le feste. Crescendo, però, rimane nuovamente solo: «I ragazzi della sua età si sono sposati, hanno avuto figli, e tra il lavoro e gli impegni è diminuito il tempo da trascorrere insieme».
 
IL TEAM - Un giorno, chiacchierando tra mamme, Domenica scopre che alla Tevere Remo c’è chi sta allestendo una nuova squadra di calcio a 5 per disabili. «Accettai l’invito della mia amica e ci presentammo al primo allenamento – racconta – Da quel giorno sono passati 12 anni, Andrea non ha mai saltato un allenamento ed è diventato un piccolo campione». Il progetto è nato grazie a Paolo Ramoni e i protagonisti sono gli atleti della Special Olympics che si allenano nel Reale circolo canottieri lungo il Tevere. «I collaboratori ci aiutano tantissimo, con le altre mamme invece ci confrontiamo, ci stiamo vicine, ci si capisce. Se sta bene lui, sto bene pure io», conclude mamma Domenica.
E Andrea? Lui, invece, è molto ambizioso. Gioca con la maglia numero 4, è un attaccante: è fan sfegatato della Roma, parla continuamente di calcio, di tattiche e di strategie in campo. E sogna, un giorno, di partecipare alle Olimpiadi. La sua rivincita, Andrea, intanto se l’è già presa. 

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