Anticorpi monoclonali, due pazienti guariti allo Spallanzani. Altri tre in cura nell'istituto romano

Covid, guariti due pazienti con anticorpi monoclonali allo Spallanzani. Altri 3 in terapia
Covid, guariti due pazienti con anticorpi monoclonali allo Spallanzani. Altri 3 in terapia
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 14:38 - Ultimo agg. 14:40
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Due pazienti Covid sono guariti grazie agli anticorpi monoclonali: si tratta di un uomo e una donna. È accaduto all'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dove si apprende che altri 3 positivi ricevono o riceveranno a breve questa terapia. Questi farmaci, in cui la comunità scientifica ripone molte aspettative, sono già una realtà all'ospedale romano. Anche se - per il momento - gli anticorpi monoclonali sono riservati a «casi selezionati: si tratta di utilizzo compassionevole per singoli malati, con gravi immunodepressioni. Persone che hanno dei deficit di produzione di immunoglobuline».

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I casi

Lo spiega all'Adnkronos Salute Emanuele Nicastri, direttore Malattie infettive alta intensità di cura allo Spallanzani. Si tratta di casi di grave immunodepressione, spesso legata all'uso di «farmaci, chemioterapici oppure contro malattie autoimmuni o neurologiche. Vi sono anche patologie in cui i pazienti possono avere una carenza di immunoglobuline. Per tutti questi pazienti, è molto difficile produrre anticorpi anche contro la Sars Cov 2. Per cui abbiamo persone che rimangono positive, con polmonite e anche con quadri impegnativi, a lungo. In questi casi, sulla base di pochissimi dati di letteratura, abbiamo utilizzato gli anticorpi monoclonali.

Non stiamo parlando quindi di trial clinici registrativi per il loro uso», ha dichiarato Nicastri.

La terapia

Poi ha precisato: «i pazienti che abbiamo trattato non possono produrre anticorpi da soli, allora noi gli infondiamo gli anticorpi monoclonali prodotti da una delle due case farmaceutiche disponibili, che ce li fornisce per uso compassionevole, fuori dall'indicazione, anche rispetto agli Stati Uniti. Negli Usa, infatti, è già previsto l'impiego ma in pazienti curati a casa o poco sintomatici, per prevenire la progressione in malattia grave».

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Negli Stati Uniti, quindi, è stato fatto un utilizzo del tutto differente a quello previsto dall'indicazione cui si attendono in Italia. Nei casi di coronavirus trattati, comunque «gli anticorpi monoclonali hanno dato buoni risultati». Si tratta sicuramente «di un'arma in più. Noi dobbiamo arrivare ad avere molte capacità terapeutiche nei diversi livelli di assistenza: a domicilio, in ospedale, nei pazienti cronicamente infetti come nel nostro caso. Questa è la strada: avere molte opzioni terapeutiche a seconda dei livelli di assistenza», conclude l'infettivologo.

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