Roma, all'Appio cagnolina investita e uccisa sulle strisce pedonali: «Quel pirata va punito»

Roma, all'Appio cagnolina investita e uccisa sulle strisce pedonali: «Quel pirata va punito»
Roma, all'Appio cagnolina investita e uccisa sulle strisce pedonali: «Quel pirata va punito»
di Alessia Marani
Venerdì 14 Maggio 2021, 06:40 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 07:20
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«Quell'uomo a bordo della sua station wagon era scappato via, un ragazzo sui vent'anni lo ha rincorso e fermato, altrimenti sarebbe fuggito dopo avere ucciso la nostra Batì. Adesso vogliamo che risponda per quello che ha fatto».

Francesco Tozzi, ex direttore di banca in pensione e la moglie Silvana Basili, sono disperati. Alle 10,30 della mattina del primo maggio la loro cocker di dieci anni, Batì, è stata travolta e uccisa sulle strisce pedonali di via Appia Nuova, all'altezza dell'incrocio con via Menghini. Anche Francesco è stato urtato dall'auto e si è fatto male a un ginocchio: «Mi sono ritratto indietro, e come me hanno fatto altri sei pedoni, altrimenti avrebbe preso anche noi. La piccola Batì, invece, non ha avuto scampo». Un punto maledetto quello davanti al bar-pasticceria: nello stesso luogo tre anni fa venne messa sotto da un tir Alessia Marino, una 42enne di zona.

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La coppia ha tappezzato le bacheche social di quartiere alla ricerca di testimoni del tragico incidente, con tanto di foto di Batì. «La mia piccola, la figlia che non ho avuto», racconta Silvana, ricordando il giorno in cui le colleghe le regalarono la cucciola al momento di andare in pensione. «Siamo convinti che a quell'uomo, un 82enne, vada tolta la patente, perché poteva fare una strage.

Ma dal momento che non ha ucciso una persona, abbiamo bisogno d'aiuto per portare prove ed elementi alle forze dell'ordine quando andremo a formalizzare la denuncia», dicono i coniugi.


Quella mattina, subito dopo l'impatto, la station wagon svoltò sull'Appia in direzione fuori Roma come se nulla fosse. «Fu un giovanotto a rincorrerlo per un centinaio di metri a piedi, nel traffico. Mi raccontò che non si voleva fermare, così lui per impedirgli di andarsene, staccò le chiavi dal quadro e corse indietro per consegnarmele», spiega Francesco. Aggiunge il pensionato: «Quando tornò per chiedermi le chiavi, gli dissi almeno mi accompagni dal veterinario. Dopo mezz'ora Batì morì. Lui fu sorpreso, disse di non essersi accorto di nulla, che non ci aveva visto. Uno così non può essere libero di guidare».
 

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