In occasione del periodo di Natale è partita la campagna "Dalla parte di tutte le famiglie", ideata da Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale, con l’obiettivo di promuovere le adozioni per single e coppie LGBT+ (lesbiche, gay, bisex e trans) in Italia, visitando le strutture che hanno in affido i minori per conoscere meglio le loro esigenze ed i loro bisogni. Durante le visite siamo stati accompagnati anche da un Babbo Natale Rainbow che ha letto fiabe contro le discriminazioni ai bambini.
Per #Natale siamo andati a trovare dei #Bimbi senza #famiglia, con un 🎅🏻 Babbo Natale molto speciale che ha letto per loro #Fiabe contro #Discriminazione e portato doni da parte di #Single e Coppie #LGBT 🌈 che non possono adottare in Italia poichè non c'è una legge.#PartitoGay pic.twitter.com/Z8gOfdhjcq
— Fabrizio Marrazzo (@MarrazzoFab) December 22, 2020
Secondo la Commissione Parlamentare per Infanzia e l’Adolescenza in Italia sono più di 26mila i minori fuori famiglia e solo il 10% viene accolto in affido o adozione. Per UNICEF sono oltre 2milioni i bambini in istituto in tutto il Mondo: più di 800.000 in Europa centrale e orientale e nella Comunità degli Stati indipendenti (CEE/CIS).
«Sono dati preoccupanti questi e ancora più preoccupanti sono le posizioni politiche e sociali che rallentano il percorso di affidamento e adozioni presso nuove famiglie per i minori - dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale - In questi giorni abbiamo visitato diverse case-famiglia e parlato con gli operatori, che ci hanno raccontato come vivono i bisogni e le esigenze dei minori ed i problemi della burocrazia. Infatti, per i minori che iniziano una pratica di affido o adozione entrano in vortici burocratici dai quali genitori e minori non sanno più quando ne usciranno, spesso i minori passano tutta la loro infanzia e adolescenza entrando e uscendo dalle Case Famiglie. La burocrazia è vecchia, i Tribunali e le strutture che dovrebbero tutelare i minori non hanno personale sufficiente e leggi idonee per agire in tempi rapidi nel benessere del bambino. Per non parlare dello stato di emergenza in cui vessano, in questo momento, molte strutture, alcune delle quali, ricevono i pagamenti dagli Enti preposti sempre con molti mesi di ritardo». L’iniziativa partita nel mese di dicembre 2020 proseguirà in varie strutture di Italia nel corso di tutto il prossimo anno.