Il bidello pedofilo e con precedenti penali specifici, al momento dell'assunzione aveva autocertificato, mentendo, il fatto di essere incensurato, pur di rimanere in contatto con gli scolari. Ora, dopo 23 anni di servizio e tre condanne per violenza sessuale su minori collezionate, a pagare il risarcimento a un ex alunno di 10 anni vittima dei suoi abusi sarà il ministero dell'Istruzione. La somma stabilita è di 188mila euro. La colpa del dicastero, ha appena sancito una sentenza del tribunale civile di Roma, è stata quella di non aver verificato le menzogne del collaboratore scolastico, un cinquantenne di origine napoletana, adesso in pensione, per anni in servizio in più istituti della Capitale. «Il mendacio nelle dichiarazioni del bidello al ministero - ha stabilito il giudice civile - comunque non solleva il datore di lavoro in quanto da tempo dipendente».
A portare al pronunciamento civile, la terza condanna penale costata a Rosario C., 6 anni di carcere.
LE ACCUSE
È con questi precedenti penali che il bidello troppo attratto dai bambini nell'anno scolastico 2008 aveva lasciato la media Belli di via Mazzini per trasferirsi alla primaria Borghi, a un passo da via Merulana. Dopo qualche mese rieccolo nel mirino delle stesse accuse che poi lo hanno portato all'ultima condanna per abusi «con modalità perfettamente sovrapponibili». Un bambino di 10 anni aveva raccontato alla madre che a lui non piacevano più i giochi del bidello, aveva paura. Lo portava in bagno e si strofinava. Il bambino vittima degli abusi, ormai è un ragazzo. «A un pedofilo seriale doveva essere impedito l'accesso a scuola», hanno gli avvocati Armando Fergola e Antonella Zordan che hanno seguito il caso.