Roma, la beffa dei camion bar: in cinque anni spostati solo da due zone

Roma, la beffa dei camion bar: in cinque anni spostati solo da due zone
di Mauro Evangelisti
Mercoledì 10 Aprile 2019, 08:38
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Cinque anni per spostare camion bar e bancarelle dall'ombra dei monumenti più importanti del pianeta. Cinque anni per trovarsi ancora a un terzo del percorso, visto che delle sette zone di pregio che dovevano essere liberate, solo in due si è raggiunto il traguardo. Per le altre cinque siamo ancora al tiki taka, agli annunci, ai post su Facebook. E chissà quando davvero si vederà una Roma normale. Riandiamo indietro con il nastro, al 2014 quando tra proteste, contestazioni anche violente sotto le finestre, la giunta Marino e l'allora assessore al Commercio, Marta Leonori, d'accordo con la Soprintendenza statale, insediano il tavolo del decoro. Obiettivo: in sette diversi ambiti di pregio si devono esaminare una a una le postazioni di bancarelle, urtisti e camion bar per decidere quali debbano essere spostate.

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Incredibilmente, da molti anni a Roma di questo tema si è sempre parlato, ma ci si è sempre arenati di fronte a un principio secondo cui per spostare un camion bar che magari ostacola la vista sul Colosseo, bisogna offrire una postazione alternativa dello stesso valore (impossibile). Alle spalle di questa economia ingombrante, invadente e poco dialogante (per usare un eufemismo) c'è la solita famiglia Tredicine (ma non solo), lobby che periodicamente esprime anche i vertici delle varie associazioni di categoria. «In un anno noi il lavoro per due ambiti lo abbiamo concluso, sono altri ad avere rallentato», rivendica Marta Leonori, oggi consigliere regionale del Pd.

PRIMO PASSO
Nel 2015 in effetti la mappatura di due ambiti viene conclusa e le postazioni vengono spostate, a quasi la metà viene trovata una sede differente successivamente arriverà una legge regionale che riconosce agli urtisti un «valore storico» e dunque per loro in particolare la vicenda si complica. Ma su bancarelle e camion bar qualcosa si muove e nell'ambito 1 e 2 avvengono gli spostamenti. L'1 è quello dell'area archeologica centrale e del Circo Massimo, la 2 piazza Navona e Pantheon. Manca tutto il resto, ma se viene rispettato quel ritmo, quanto meno in tre anni si finisce, no? Sbagliato. Ecco le sabbie mobili. Marino è costretto a dimettersi e in Comune prima arriva il commissario Tronca, poi la nuova sindaca Virginia Raggi e il vento cambiato dei 5 Stelle. Il tavolo, formato da tecnici, continua il lavoro. Secondo qualcuno in realtà la mappatura con i camion bar e le bancarelle da spostare sarebbe già stata terminata a febbraio 2018. Nel frattempo la lobby degli ambulanti e dei camion bar presenta ricorsi a pioggia in tutte le sedi, fino a quando - è notizia recente - anche la Corte di Cassazione conferma la bontà del lavoro del Tavolo del decoro. La Raggi, su Facebook, canta vittoria (e con correttezza riconosce il lavoro di chi l'ha preceduta). L'altro giorno è stato annunciato il completamento del lavoro per tutti gli ambiti: «Il 50 per cento dei camion bar e delle bancarelle sarà spostato». Siamo al lieto fine? Macché. Incredibilmente il Movimento 5 Stelle in consiglio regionale presenta due emendamenti al testo unico del commercio per riconoscere ai camion bar un valore storico per Roma e costringere al Comune, se vuole spostarli, a trovare una postazione dello stesso valore (ma allora a che serve spostarli?). Perfino Andrea Coia, M5S, presidente della Commissione comunale del Commercio, che in passato si era scontrato con l'ex assessore al Commercio, Adriano Meloni, che lo considerava troppo benevolo con i Tredicine, è costretto a scandalizzarsi per il salva Tredicine proposto in Regione dai grillini. Non finisce qui: ora, per spostare i camion bar bisognerà trovare comunque altre aree. Roma Capitale ha già fatto sapere che le deve indicare il I Municipio; nel I Municipio però di aree non ce ne sono e si chiede un ragionamento su base comunale. Il rischio, al di là degli annunci e dei post su Facebook? Che passino altri cinque anni.
 

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