Camion bar, lite nel M5S sul cavillo salva Tredicine

Camion bar, lite nel M5S sul cavillo salva Tredicine
di Camilla Mozzetti
Domenica 7 Aprile 2019, 09:07
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La prima reazione è stata quella di sgranare gli occhi, poi si è proceduto con una seconda lettura per confutare ogni dubbio ma l'errore non si è trovato. Quindi la conclusione: «Ma che hanno presentato in Regione?». Se lo chiede ancora il consigliere grillino (e presidente della commissione Commercio in Comune) Andrea Coia, di fronte ai due emendamenti alla proposta di legge regionale sul Testo unico del commercio, firmati dalle colleghe regionali Roberta Lombardi e Francesca De Vito, che puntano a tutelare i camion bar. Il cortocircuito politico scatta in un istante: se da una parte, infatti, la sindaca promette l'allontanamento dal Centro di altri 47 mini-torpedoni (seguendo in questo la strada intrapresa dalla giunta Marino) due rappresentanti di M5S in Regione remano dalla parte opposta. E da Palazzo Senatorio parte l'avvertimento: «Devono ritirarli subito».
Sul motivo che ha spinto la Lombardi e la De Vito a schierarsi dalla parte dei mini-furgoncini che vendono bibite e gelati, Coia una risposta convincente ancora non l'ha trovata. «Certo è tiene a sottolineare questi emendamenti mal si sposano con la linea del Campidoglio». Anzi, creano più di qualche problema politico.

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LE PROPOSTE
Di cosa parliamo? Delle due proposte che le consigliere regionali hanno presentato per la modifica dell'articolo 33 del nuovo testo Unico. Nel dettaglio, il primo emendamento punta a sostituire per intero l'articolo (che nella proposta di legge riconosce come attività tradizionali solo gli urtisti) con il seguente testo: «Rientrano nel comma 2 lettera c le attività di commercio su area pubblica tradizionali da almeno cinquant'anni quali rivenditori di souvenir (c.d. urtisti), bibite e gelati, caldarroste, libri, frutta fresca, granite (c.d. grattachecche) svolte continuativamente in modo documentabile dai medesimi soggetti, loro discendenti, eredi o aventi causa». Quindi camion bar come bene tradizionale di Roma. A questo si aggiunge il secondo emendamento che punta, invece, a reintrodurre sostanzialmente il principio di equivalenza per lo spostamento dei mini-torpedoni garantendo loro in caso di traslochi la stessa zona di lavoro. «I criteri e le modalità per disporre l'eventuale spostamento delle attività tradizionali, con l'accordo degli interessati, nel medesimo ambito, mantenendo la qualifica di attività tradizionale». Ecco che le promesse della sindaca rischiano di crollare come un castello di carte perché se gli emendamenti venissero accolti e votati in Consiglio prima dell'autunno, con una maggioranza che ha già promesso battaglia ma che conta su numeri risicati, il Comune nell'ultimo riordino promesso, si troverebbe con le mani legate. «Non so come si sia pervenuti alla formulazione degli emendamenti (il primo casualmente uguale a un suggerimento portato in Regione da Alfiero Tredicine in qualità di presidente Apre Confesercenti lo scorso novembre ndr) commenta Coia so che noi non ci ritroviamo in questi testi e abbiamo chiesto di valutare l'opportunità di ritirarli».

La risposta? «Pare conclude Coia che ci stiano ragionando». Il Comune lunedì presenterà le analisi del Tavolo del Decoro sugli ambiti dove ancora insistono i camion bar che risultano incompatibili con il decoro della città. L'assessore al Commercio, Carlo Cafarotti, dovrà poi portare in Giunta una delibera che acquisisce i risultati del Tavolo e dà mandato al dipartimento Attività produttive e ai Municipi (soprattutto I e II) di procedere con la ricerca delle postazioni alternative dove spostare i 47 camioncini. Solo alla fine di questo percorso si potrà procedere con le delocalizzazioni. Il rischio però è che in Regione venga approvato prima il nuovo Testo Unico e se quegli emendamenti alla fine venissero accolti per il Campidoglio sarebbe un problema giacché una legge regionale delimita il quadro dentro cui un Comune può muoversi. Una vera débacle. Portata a termine per giunta dallo stesso Movimento 5 Stelle.
 

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