La morte di Cerciello, in aula il caso della traduzione. «Non da professionisti»

Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega
Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega
di Valentina Errante ed Enrico Lupino
Mercoledì 26 Febbraio 2020, 09:30 - Ultimo agg. 12:01
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Saranno in aula questa mattina Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjoirth. A sette mesi dall'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, i due ragazzi americani, accusati di avere ucciso con 17 coltellate il carabiniere, siederanno davanti alla Corte d'Assise. Nessun dubbio sul fatto che ad usare il coltello sia stato Lee Elder. Le impronte sui pannelli che nascondevano l'arma sono invece di Hjoith. Ma durante il dibattimento, di certo, la difesa punterà a dimostrare che i due turisti, finiti sul banco degli imputati, la sera dell'aggressione non immaginavano che Cerciello e il suo collega Andrea Varriale, in borghese e disarmati, fossero due militari. Pesa anche la traduzione sbagliata depositata in procura dai militari, che ha stravolto il senso della conversazione tra Elder, il padre e un amico avvocato. Con una lettera al Guardasigilli Alfonso Bonafede, interviene anche Belgari Tavarkiladze, presidente dell'Unione traduttori e interpreti giudiziari, che, ricordando le polemiche sulle frasi mancanti o stravolte del colloquio, accusa Bonafede: «Siamo sicuri che questi due interpreti siano dei professionisti? Da quale albo professionale sono stati scelti?». Il presidente dell'Utgi ricorda che il lavoro viene pagato 4 euro all'ora e chiede il riconoscimento della categoria professionale e l'istituzione di un albo. Anche per evitare che i pm incorrano in simili errori.

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Su questo terreno di battaglia, con la procura intenzionata a dimostrare la consapevolezza dei due imputati, lo scontro si annuncia pesante. Gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, legali di Elder, chiederanno una nuova traduzione del file registrato. Nell'informativa mancano del tutto i dialoghi tra Finnegan e il padre, nei quali il ragazzo sosteneva di avere scambiato Varriale e Cerciello per due malfattori. Per questo l'interprete della difesa che ha corretto le trascrizioni è nella lista dei testi della di Finnegan.
LA FAMIGLIA
Intanto, alla vigilia del processo, Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere chiede giustizia. Attraverso il suo legale, Massimo Ferrandino, diffonde una nota: «Con la morte di Mario è finita anche la mia famiglia, perché nella tomba sono finiti anche i nostri figli mai nati e tutti i nostri sogni, di modo che l'esistenza si è ridotta a vivere di ricordi e immaginare come sarebbe stato straordinario vivere insieme». E aggiunge: «A tutti coloro che hanno dimostrato tanta sincera e commovente solidarietà in questa tristissima vicenda, va il mio più vivo ringraziamento, mentre per la Giustizia, non per vendetta, mi rimetto alla competenza di magistratura, investigatori ed avvocati ma anche a voi giornalisti, perché anche dalle vostre parole dipende il rispetto della memoria dell'eroico sacrificio di Mario Cerciello Rega, fiamma ardente della nostra storia, caduto per noi tutti per la difesa del diritto».
 

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