I cinghiali di Roma sono un caso social. «Troppi allarmi ignorati». E ora paura anche all’Eur

Il presidente di Roma Natura: «Gli animali sono migliaia e invadono altri quartieri»

I cinghiali di Roma sono un caso social. «Troppi allarmi ignorati». E ora paura anche all’Eur
I cinghiali di Roma sono un caso social. «Troppi allarmi ignorati». E ora paura anche all’Eur
Domenica 8 Maggio 2022, 08:33 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 02:10
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Sui social è tutto un «Ve l'avevamo detto» anzi, denunciato. Da anni ormai, senza che però siano arrivate nel mentre soluzioni idonee a gestire quello che oggi non è forse più soltanto un problema di sicurezza per le persone. La discesa dei cinghiali in città ora spaventa non solo per le aggressioni ma anche per il virus della peste suina su cui sono in corso gli accertamenti. E i residenti sono lì, pronti ad alzare la mano, la voce e i toni sui social per l'appunto con quel Ve l'avevamo detto che ha un po' il sapore della beffa. A chi l'avevano detto è ben spiegato nei vari post che ripercorrono casi, aggressioni, segnalazioni avvenute negli ultimi anni, mesi e giorni: Comune e Regione fate qualcosa, il grido accorato di chi prima di tutti si era trovato a fronteggiare senza risposte la discesa tra le strade e di fronte ai palazzi di questi mammiferi.

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«Se fossero arrivati a piazza del Popolo - dice Carlo, una casa acquistata con tanti sforzi sulla Cassia - magari avrebbero avuto una maggiore attenzione ma fino a che il problema è circoscritto a determinate zone sembra quasi più facile girarsi dall'altra parte».


LE AREE
In realtà, da quelle che fino a un po' di tempo fa potevano essere le aree a maggior vocazione per i cinghiali racchiuse nell'area di Roma nord, l'osservazione potrebbe essere presa in considerazione, ma di questi animali è ormai piena Roma. «Un censimento è impossibile - spiega il presidente dell'Ente Roma Natura Maurizio Gubbiotti - anche se è verosimile parlare di migliaia e migliaia di animali» che circolano non solo in un quadrante della Capitale ma «si vedono anche all'Eur, sulla Cristoforo Colombo, a piazzale Pio XII in prossimità di Villa Pamphilj, sulla Salaria e nei quartieri vicini», aggiunge Piero Genovesi, responsabile del servizio di coordinamento Fauna selvatica dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Ma perché ci sono tutti questi cinghiali in città?

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I MOTIVI
I motivi sono molteplici «partiamo dall'assunto che la moltiplicazione degli animali è avvenuta in tutti i contesti - argomenta Genovesi - in Italia ci sono almeno un centinaio di città con questa problematica, da Genova a Bari, ma il caso di Roma è emblematico: la città ha una serie di canali verdi che portano nelle zone abitate, abbiamo visto venerdì dei cinghiali a piazza Vescovio e questo perché c'è il corridoio di Villa Ada e Forte Antenne». E laddove l'animale non viene disturbato - la pandemia da Covid-19 con il lockdown e le restrizioni ha molto aiutato - arriva in cerca di cibo. «Ma questo non perché nel proprio habitat non trovi da mangiare - spiega ancora l'esperto dell'Ispra - ma perché il cinghiale divora di tutto: vertebrati, insetti, cortecce ed anche scarti alimentari». Qui si arriva all'altra motivazione, ovvero la presenza dei rifiuti in strada, ai bordi dei cassonetti che fungono sì, da richiamo. «Lo diciamo da tempo - constata Gubbiotti - l'immondizia va raccolta».

 

Ma oltre? Si può andare oltre? «A Berlino poiché l'aumento dei cinghiali investe gran parte dell'Europa - aggiunge Genovesi - esistono squadre di agenti delle forze dell'ordine in pensione che eseguono abbattimenti mirati in contesti specifici ma da noi sarebbe impensabile fare la caccia dentro la città». Roma Natura sta procedendo in questo modo: «Abbiamo dei piani di cattura - aggiunge il presidente dell'Ente regionale - che prevedono con delle squadre la presa degli animali e la seguente consegna alle industrie di trasformazione alimentare. Ma dobbiamo avere supporto. Un'altra soluzione potrebbe essere quella della consegna dopo la cattura ad aree e zone faunistiche predatorie per le battute di caccia e poi c'è l'abbattimento selettivo previsto dalla legge dello Stato e da quella Regionale ma il problema è che nei parchi di Roma Natura e nelle vicinanze la selezione e l'abbattimento diventa più complicato». Di certo a detta del presidente dell'Ente Roma Natura «l'unica soluzione» per arginare il problema risiede «nella diminuzione dei capi».
 

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