Addio a Nereo, il clochard che amava i libri investito e ucciso da un pirata

Addio a Nereo, il clochard che amava i libri investito e ucciso da un pirata
di Morena Izzo e Maria Lombardi
Martedì 8 Gennaio 2019, 07:47 - Ultimo agg. 07:49
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«Nereo, ma non avrai freddo, stanotte?». «Ma io il freddo non lo sento, signora. Sono stato in Siberia, a meno quaranta», e sorrideva del suo passato di avventure e viaggi, così lontano dal piccolo mondo su Corso d'Italia. Quello che aveva scelto da più di 20 anni, chiuso in pochi passi, tra il bar all'incrocio con via Po e le mura Aureliane. I cartoni, il telo verde per proteggersi dall'umido della notte, i libri - gialli e romanzi d'amore - la bicicletta e la cagnolina Lilla sempre accanto. «Nereo, hai bisogno di qualcosa? Una coperta? Un cappotto?». «No grazie, sto bene così. Stai tranquillo». E non accettava altro che un caffè, qualche buono pasto, i croccantini per il suo bracco nero, e i libri, ne aveva sempre uno in mano. «Povero, Nereo, è sopravvissuto a tanti anni di strada, alla neve e al gelo. Ed finito così, sotto una macchina. Noi lo amavamo..». Piange la signora che dal Duemila lo salutava tutte le mattine, buongiorno Nereo come va?, e lui sempre e solo sorrisi. Legge a fatica tutti i biglietti che hanno lasciato per lui, insieme a lumini e mazzi di fiori, nel suo angoletto accanto alle Mura. «Ci mancherai», «è stato un onore conoscerti, passerò ogni giorno dall'incrocio cercandoti», «addio, mi rattrista non poterti più salutare la mattina e la sera». Tra i rami, Nereo - o come lo chiamavamo qui il vecio o il veneto - per le feste di Natale aveva appeso stelle filanti dorate. I suoi cartoni sono ancora lì.
 

 


E si cerca adesso chi l'ha investito, nel buio dell'alba, mentre attraversare Corso d'Italia all'altezza di via Po, ed è fuggito via. Erano le 4,30. Il corpo del clochard di 73 anni, originario di San Bonifacio, in provincia di Verona, immobile sull'asfalto e accanto la cagnolina Lilla. L'ha vegliato fin quando non sono arrivati i soccorsi chiamati da un vigilante.

LE INDAGINI
Sulla morte di Nereo Gino Murari, il clochard gentile, indaga la polizia locale che sta visionando le immagini delle videocamere di sorveglianza installate nella zona. Gli agenti del gruppo Sapienza e Parioli sono già sulle tracce del pirata. La cagnolina è stata affidata ai veterinari del servizio comunale e poi portata al canile della Muratella in attesa di un'adozione. Sono arrivate tante richieste, da valutare. Gli amici del quartiere stanno pensando anche ai funerali, oggi dal Veneto arriverà la sorella.
Nereo e Lilla dormivano di fronte all'ultima vetrina del bar che fa angolo con via Po. Quando il locale chiudeva, lui arrivava con la bicicletta carica di cartoni, del telo verde e delle sue poche cose. Prima delle 5, si spostava dall'altra parte della strada, a leggere. «Raccontava di aver lavorato sulle navi, d'essere stato in Libia, in Somalia, in Arabia e in Russia. In Germania ha fatto il carpentiere poi nel 1988 si è stabilito a Roma». Tra il bar e le Mura. Aveva una pensione, dicono, buoni rapporti con i fratelli. «Una persona coltissima, di ottima famiglia. Un fratello è medico». «Un angelo custode», per il quartiere. Paolo Peroso, presidente dell'associazione Amici di Porta Pia, si rammarica «di non aver mangiato con lui il panettone, come facevamo ogni anno. Un uomo di grande dignità e cultura». C'è chi gli scrive «Tranquillo, Nereo. Lilla è in buone mani».
 

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