Sanità, commissario addio, ma le tasse non caleranno

Sanità, commissario addio ma le tasse non caleranno
Sanità, commissario addio ma le tasse non caleranno
di Mauro Evangelisti
Giovedì 24 Ottobre 2019, 12:12
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L'ultimo giro per l'uscita dal commissariamento della sanità del Lazio sembra cominciare sul serio: ieri il governatore Nicola Zingaretti e l'assessore regionale alla Salute, Alessio D'Amato, hanno visto il ministro della Sanità, Roberto Speranza da cui è arrivato un giudizio positivo sul Lazio. La prossima tappa sarà un incontro con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, per poi arrivare al provvedimento del consiglio dei ministri che ufficializzerà la fine di un'esperienza iniziata nel decennio scorso: la Regione Lazio aveva un maxi debito della sanità da ripianare (nel 2006 il disavanzo era vicino ai 2 miliardi, il 2018 si è chiuso con un lieve attivo).

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DIALOGO
Certo, diranno i maligni, avere un governo amico a trazione per metà Pd, aiuta, ma va detto che la procedura - prettamente tecnica con il tavolo di verifica del Mef e del Ministero della Salute - era partita con la maggioranza Lega-M5S. Inoltre, gli indici che misurano i Lea (livelli essenziali di assistenza) sono positivi e consentono l'uscita dalla fase del commissariamento. Zingaretti ieri ha spiegato al termine del vertice con Speranza: «Non è questa la sede istituzionale corretta per parlare di commissariamento della Sanità del Lazio, ma c'è un apprezzamento del ministro Speranza e del ministero della Salute che conferma gli obiettivi raggiunti sui livelli essenziali di assistenza. Ora attendiamo la decretazione di Palazzo Chigi che starà valutando gli esiti dei tavoli di rientro».
Attenzione, però: anche con l'uscita dal commissariamento, difficilmente la Regione Lazio potrà ridurre, almeno nell'immediato, l'addizionale Irpef prevista per ripianare il debito; restano ancora problemi molto seri, come quelli delle liste di attesa per le quali i risultati sono meno incoraggianti. Proprio l'altro giorno la direzione regionale della sanità ha deciso di istituire una cabina di regia, con i manager delle Asl, per affrontare il grande male. Dall'incontro con Speranza, però, è arrivata anche la conferma di un'accelerazione per l'utilizzo di 1,9 miliardi di euro che saranno a disposizione per l'edilizia sanitaria laziale, come ricorda anche D'Amato.

CANTIERI
Più nel dettaglio analizza Zingaretti: «Con il ministro Speranza vogliamo tagliare di molto i tempi della burocrazia e delle procedure per fare in modo che si possa correre al più presto per realizzare le grandi opere, aprire cantieri utili all'economia e nuove strutture sanitarie utili alla qualità delle cure delle persone. Il Lazio ha 1 miliardo e 900 milioni di fondo per investimenti ed edilizia sanitaria: io ricordo il Grassi di Ostia e l'ampliamento con 56 milioni di euro, il Pertini e l'ampliamento con l'investimento di 25 milioni di euro, investimenti molto importanti sul San Camillo, e ancora l'ospedale del Golfo per Formia e Gaeta. C'è il cantiere con la gara che sta partendo per Amatrice e poi il nuovo ospedale Tiburtino nell'area di Guidonia e Tivoli e il nuovo ospedale di Rieti». Dall'opposizione però criticano il quadro dipinto dal presidente Nicola Zingaretti.

CRITICHE
Giuseppe Simeone, Forza Italia, presidente della commissione sanità: «Apprendo che la Regione Lazio ha proceduto all'istituzione di una cabina di regia per le liste d'attesa. Si fa molta filosofia attorno a questo tema, servono invece soluzioni vere. Soprattutto rilevo come ancora una volta siano prevalenti le linee teoriche rispetto alla concretezza delle risposte. C'è un modo per ridurre i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e di alta diagnostica nel Lazio: copiare il modello attuato dalle Regioni Emilia-Romagna e Veneto». Scettico Adriano Palozzi (Cambiamo): «Ricordiamo allo smemorato governatore del Lazio che sono ormai diversi mesi che annuncia la fine del commissariamento, salvo poi essere smentito dai fatti». Sempre dal centrodestra Antonello Aurigemma: «La sanità percepita dai cittadini del Lazio è un disastro, purtroppo Zingaretti è l'unico ancora a non rendersene conto».

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