Coronavirus, Mattarella visita a sorpresa la scuola multietnica all'Esquilino. La preside: «Ha voluto stringere le mani ai bambini»

Coronavirus, Mattarella visita a sorpresa la scuola multietnica all'Esquilino. La preside: «Ha voluto stringere le mani ai bambini»
Giovedì 6 Febbraio 2020, 11:22 - Ultimo agg. 15:11
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Il capo dello Stato si affaccia a sorpresa nella multietnica scuola Manin, nel cuore dell'Esquilino. Un messaggio importante, quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che stamattina ha fatto visita all'Istituto comprensivo statale Daniele Manin, scuola di Roma del centrale quartiere Esquilino, dove è altissima la percentuale di alunni stranieri, in particolare cinesi. Il Capo dello Stato ha salutato i bambini di una classe delle elementari che stavano facendo lezione sul tema amicizia e pace. «Amicizia e pace sono fondamentali e voi lo sapete. Auguri ragazzi», ha detto Mattarella.

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In un'altra aula si parlava della storia di Gulliver, «per imparare a stare insieme tutti», ha spiegato un'insegnante. Gli  alunni più grandi hanno intonato in corridoio l'inno nazionale davanti al presidente, sventolando al termine fazzoletti tricolori. I ragazzi hanno regalato a Mattarella un cartellone realizzato da loro con scritto
La scuola è di tuttì e con disegnate le impronte di mani di vari colori e un altro con scritto La Costituzione italiana.
 


La preside Manuela Manferlotti, ha spiegato: «È stata una bella sorpresa, ha voluto incontrare i bambini e stringere loro la mano. È stata una visita informale».  Il capo dello Stato, accompagnato dalla figlia, come spiega la dirigente scolastica, ha incontrato due classi delle elementari, due della scuola dell'infanzia e due delle medie. «Ha voluto stare in mezzo ai ragazzi dando un messaggio di serenità di fronte a timori non giustificati, né giustificabili - ha spiegato Manferlotti -. Ha augurato a tutti buono studio». La preside Manferlotti, quindi, ha raccontato così la sua realtà dell'Esquilino fortemente multietnica: «Il 45% degli alunni sono migranti di seconda e terza generazione: 332 in totale di cui ben 224 nati in Italia». Di questi, spiega interpellata in merito, «tra i 100 e i 120 cinesi».
 
 

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