Coronavirus a Roma, tutti in coda nonostante i divieti: «Un'auto su tre ancora in giro»

Traffico sulla Nomentana nonostante i divieti
Traffico sulla Nomentana nonostante i divieti
di Francesco Pacifico
Sabato 28 Marzo 2020, 10:25 - Ultimo agg. 10:26
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Nonostante il lock-down e la necessità di restare a casa per limitare il contagio da coronavirus, per la città di Roma circolano ancora quasi 800mila autoveicoli. «Troppe e non va bene», per il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori. Sono mezzi di privati e commerciali. Per la maggior parte di automobilisti, residenti e non nella Città eterna, in giro per motivi di lavoro. In ogni caso parliamo di un numero totale che è pari a circa un terzo di quelli che in tempi normali, cioè non a rischio Covid-19, entrano e viaggiano nella Capitale. Forse troppi per i virologi, forse pochi per garantire al sistema romano la tenuta delle attività essenziali.

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Sono troppi invece per Leodori: «Siamo nelle settimane decisive, tutti dobbiamo essere rigorosi» e invece «in queste ore vediamo tante troppe auto in circolazione soprattutto nella Capitale. Non va bene». Da Roma Servizi per la mobilità arriva una stima (di massima) secondo la quale, in questi giorni, il traffico è crollato del 70 per cento rispetto al solito. Lo scorso 20 marzo, durante un'audizione in commissione Mobilità, il presidente e ad Stefano Brinchi, aveva parlato di un calo del 67 per cento, riferito però alla giornata del 16 marzo. «Ma sono numeri - spiega il manager al Messaggero - che adesso vanno ancora aggiornati al ribasso». Da qui la stima del 70 per cento. «La diminuzione delle auto in circolazione - aggiunge Brinchi - aumenta progressivamente dai primi giorni di marzo. Anche gli ultimi dati in elaborazione relativi a questi giorni, che appena pronti saranno diffusi dal Campidoglio, confermano la tendenza». 

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autoQuesti numeri vengono calcolati combinando i dati presi dai localizzatori satellitari installati su un campione di auto e quelli rilevati sulle principali arterie. Secondo le forze dell'ordine, il calo nei prossimi crescerà. Intanto, il maggiore afflusso si registra in periferia, sulle consolari e sul raccordo anulare, dove nei giorni scorsi si sono verificate anche delle code. Il traffico è maggiore in periferia che in Centro sia perché qui sono presenti alcune attività imprenditoriali ancora aperte - leggi fabbriche, grandi centri commerciali o impianti per la logistica - vuoi perché i residenti molto spesso vivono in aree dove supermercati e servizi come le Poste sono lontani alcuni chilometri. E di conseguenza bisogna per forza di cose utilizzare la macchina.
Ma guai a pensare ad assembramenti di automobili o camion lontano dal Centro: Roma Servizi per la mobilità, nei giorni scorsi e riguardo al mese di marzo, ha calcolato una diminuzione del traffico sulla Colombo del 77 per cento, sulla Togliatti del 76, su viale Marconi del 69, sulla Tuscolana del 68 e sulla Prenestina del 62 per cento. A riprova della bontà di questi numeri, anche i dati sugli accessi di auto e mezzi pesanti verso Roma attraverso i tronchi autostradali: dal mondo dei gestori si calcola un calo dei pedaggi del 75 per cento. Con una macchina su quattro che continua a entrare nella Capitale.
Per la maggior parte in giro, come detto, ci sono persone costrette a usare la macchina per motivi di lavoro. Su oltre 700mila automobilisti, circa due terzi lo fa in questa chiave. Nei giorni scorsi la Camera di Commercio ha stimato che, guardando alle oltre 500 attività non chiuse dagli ultimi dpcm del governo, oltre 82mila dipendenti ogni giorno devono presentarsi in ufficio o in fabbrica. A questi vanno aggiunti almeno altri 100mila addetti alla logistica, che - operando nel territorio o entrando dalla provincia o da altri parti di Italia - devono garantire i rifornimenti di beni primari alla Capitale come alimentari, carburanti o medici.

Eppoi ci sono i medici, le forze dell'ordine, alcuni esercenti, gli addetti dei supermercati, l'esercito di comunali (vigili urbani, operai dell'Ama, autisti dell'Atac, dipendenti degli uffici ancora aperti). Una tendenza confermata anche dai controlli massicci fatti dalle forze dell'ordine, polizia locale in testa. Negli ultimi giorni la Polizia, in media, su 190 fermati nella fascia mattutina soltanto 7 non erano autorizzati e nessuno di loro doveva andare a lavoro.

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