Coronavirus a Roma, dalle rette per gli asili alla Tari per i negozi: il Comune adotta le misure anti-crisi

L'Aula Giulio Cesare in Comune
L'Aula Giulio Cesare in Comune
Venerdì 13 Marzo 2020, 13:21
3 Minuti di Lettura

Via agli aiuti per le famiglie e i cittadini. In piena emergenza da coronavirus, l’assemblea capitolina si riunisce oggi, in una città bloccata, per varare il piano straordinario con le misure anti-crisi: dal congelamento delle tariffe ai nuovi provvedimenti per garantire la sicurezza dei dipendenti e contribuire a frenare la diffusione del Covid-19.
D’altronde le norme stabilite per questo periodo di allarme, per l’aula Giulio Cesare, sono stringenti: possono andare al vaglio del consiglio comunale solo atti «urgenti» o in scadenza, con sedute trasmesse in streaming e rigorosamente a porte chiuse: niente pubblico né audizioni o interventi di soggetti estranei al Consiglio, quali uffici capitolini, società partecipate e Comitati. Le nuove misure organizzative saranno in vigore fino al 3 aprile, salvo necessarie proroghe.

Coronavirus, le multe per chi non si attiene ai divieti del nuovo decreto
In aula, quindi, oggi sbarcano i provvedimenti d’urgenza decisi dal Campidoglio per dare parziale sollievo ai romani. Si va verso uno stop temporaneo a tutti i pagamenti delle tariffe locali: dalle rette delle mense scolastiche a quelle degli asili nido, fino al trasporto degli studenti. Anche le scadenze delle multe vanno verso il rinvio, per ridurre i contatti negli uffici comunali. Tra gli atti in discussione c’è il congelamento di tutti i contributi scolastici: una misura chiesta dalla maggioranza targata M5S e da Fratelli d’Italia. Un ordine del giorno firmato dalla presidente della commissione scuola, Teresa Zotta, prevede inoltre di fornire «un sostegno economico alle famiglie fino a quando non sarà superata la fase di emergenza legata al coronavirus».
Il sostegno, si legge nel documento che sarà messo ai voti, «riguarderà le quote contributive dovute per i servizi educativi e per i servizi di sostegno come la refezione e il trasporto scolastico». Il provvedimento impegna la giunta e la sindaca Virginia Raggi a «sospendere le quote contributive dovute per i servizi scolastici per il periodo dal 1 marzo al 3 aprile». Salvo che l’emergenza non si prolunghi ulteriormente.
La spesa media per mandare un bimbo in un asilo nido comunale, a Roma, ammonta a 1.900 euro l’anno, come calcolato dall’Agenzia comunale di controllo sulla qualità dei servizi pubblici locali. L’importo mensile, quindi, è di circa 190 euro a famiglia, anche se, per i redditi più alti, supera abbondantemente i 400 euro, arrivando a sfiorare le rette dei nidi privati. 

In tutto, i bimbi tra 0 e 3 anni iscritti alle strutture della Capitale - tra comunali, convenzionate e in concessione - sono quasi 19 mila. Alle mense scolastiche delle scuole dell’infanzia pranzano invece 152 mila bimbi: il costo da sostenere, per la maggior parte delle famiglie, è di 80 euro al mese. 
Il trasporto scolastico interessa infine 7.761 alunni, di cui 997 con disabilità (il 13 per cento del totale). A salire sui 401 pulmini comunali sono principalmente studenti residenti in zone dove il trasporto pubblico è del tutto assente o inadeguato.
Tra i provvedimenti all’esame dell’assemblea capitolina c’è anche lo slittamento delle scadenze delle multe. Il pagamento (o il ritiro) delle cartelle nei prossimi giorni dovrebbe essere posticipato come chiede il Pd, col capogruppo Giulio Pelonzi. 
Anche per i dipendenti comunali cambiano le regole: gli ingressi al Campidoglio sono stati contingentati e si prevedono, per i volontari, turni da 12 ore al giorno, ma lavorando solo 3 giorni la settimana, per evitare assembramenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA