AstraZeneca e Johnson&Johnson, nuovi tagli: prenotazioni vaccini nel Lazio a rischio

AstraZeneca e Johnson&Johnson, nuovi tagli: piano vaccini nel Lazio si ferma
AstraZeneca e Johnson&Johnson, nuovi tagli: piano vaccini nel Lazio si ferma
di Lorenzo De Cicco
Venerdì 2 Aprile 2021, 22:24 - Ultimo agg. 8 Maggio, 17:03
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Neanche il tempo di assaporare la buona notizia, cioè l’arrivo al fotofinish delle boccette di AstraZeneca nell’hangar di Pratica di Mare, che il colosso della farmaceutica anglo-svedese ha già annunciato un nuovo maxi-taglio: «La prossima settimana nel Lazio avremmo dovuto avere altre 122mila dosi di vaccino AZ, invece ci hanno detto che ne arriveranno solo 30mila», spiega l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Spazientito per l’estenuante balletto sulle consegne che rischia di lasciare a secco la macchina delle vaccinazioni regionale. Una macchina che viaggia a 25mila inoculazioni al dì, ma che potrebbe marciare al doppio delle somministrazioni. Sempre dosi permettendo. 


LE FASCE
È soprattutto AstraZeneca a preoccupare l’Unità di crisi Covid della Pisana. «Non sappiamo neanche il numero esatto di vaccini che avremo a maggio, quando iniziano i richiami di AZ», riprende D’Amato. «Anche per Johnson&Johnson non abbiamo dati certi, temo che ad aprile ne avremo pochi».

Il rischio, aggiunge l’assessore, è che si riducano i posti in lista per le nuove prenotazioni. Per garantire almeno i richiami «stiamo facendo i salti mortali carpiati».


La prossima settimana, in teoria, avrebbero dovuto iniziare a prenotarsi i 65-64enni (da sabato sono state aperte le liste per la fascia d’età 67-66 anni). Ma la volubilità delle previsioni di consegna rende sempre più difficile per le Asl programmare gli appuntamenti. Si rischia ogni volta di inserire nelle griglie del server regionale posti al buio, senza garanzie sull’effettiva disponibilità delle dosi. Per questo, quando si aprono gli elenchi, i posti sono sempre contati, prudenzialmente, al ribasso. Tra le tante falle dei contratti stipulati dall’Unione europea con le ditte farmaceutiche, c’è il fatto che non ci sono previsioni sulle forniture settimana per settimana. «Abbiamo solo stime trimestrali, quasi mai rispettate», attacca ancora D’Amato.

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Sembra incredibile, ma di nessuno dei 4 vaccini sin qui validati dall’Ema - oltre ad AstraZeneca, Moderna, Pfizer e Johnson & Johnson - la Regione è in grado di sapere l’esatta disponibilità per le prossime settimane. Così disegnare una strategia diventa complicato.
«Siamo pronti ad aprire nuovi hub, anche nei centri commerciali, basta che ci diano vaccini a sufficienza», commenta Giorgio Casati, direttore generale dell’Asl Roma 2, la più popolosa d’Italia. Per limitare il danno di possibili, ulteriori tagli, i manager della vaccinazione ipotizzano anche di sostituire il tipo di vaccino per chi è già prenotato. Rimpiazzare AstraZeneca con Pfizer. Ma a quel punto bisognerebbe riprogrammare tutti i richiami.

 
IL MONO-DOSE
Altra incognita, Johnson & Johnson: il 19 aprile sono attese le prime fiale del mono-dose prodotto negli Usa. Anche in questo caso la Pisana non conosce i quantitativi per aprile e maggio. In teoria, a fine mese dovrebbero arrivare scorte per 50mila iniezioni. Ma tanti vogliono una fetta della torta: le farmacie, i medici di base, le Asl per le iniezioni ai detenuti. La coperta è corta. Tanto che, dice D’Amato, nelle rivendite sanitarie potrebbe arrivare in prima battuta AstraZeneca.


GLI STUDI DI BASE
Gli ambulatori di famiglia scontano la penuria di flaconi molto più degli hub. «All’inizio della prossima settimana le Asl ci hanno detto che potranno garantirci le fiale di Pfizer solo per i richiami - racconta Pier Luigi Bartoletti, segretario della Fimmg (federazione medicina generale) - Così anche noi siamo bloccati».
 

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