Desirée Mariottini, quattro persone a processo per l'omicidio della 16enne morta a Roma

Desirée Mariottini, quattro persone a processo per l'omicidio della 16enne morta a Roma
Lunedì 21 Ottobre 2019, 15:08 - Ultimo agg. 17:54
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Per l'omicidio di Desirée Mariottini, la sedicenne trovata morta un anno fa a San Lorenzo, sono state rinviate a giudizio quattro persone. Il corpo di Desirée fu trovato in un edificio abbandonato nel quartiere san Lorenzo a Roma. Le quattro persone sono accusate di omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori. Il processo è stato fissato per il 4 dicembre davanti alle terza corte d'assise. A processo i nigeriani Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il senegalese Brian Minthe. 

Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée», ha detto la nonna materna di Desirée.

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Il processo inizierà il prossimo 4 dicembre nell'aula bunker di Rebibbia per i nigeriani Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il senegalese Brian Minthe. Nei loro confronti il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Stefano Pizza contestano i reati di omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori.

Si tratta dell'accusa primaria che era stata alla base della richiesta di misura cautelare nonostante poi il tribunale del Riesame aveva fatto cadere l'accusa di omicidio volontario per Chima e Minthe. Dopo i test del Dna però la Procura ha chiesto ed ottenuto per Chima una nuova ordinanza di custodia cautelare, il 15 aprile scorso, per l'accusa di omicidio.

Nel processo si sono già costituite come parti civili il Campidoglio, la Regione Lazio e due associazioni: 'Insieme con Marianna e 'Dont't worry- Noi possiamo Onlus'.

Indagini complesse quelle svolte dagli inquirenti che si sono basate anche sul racconto di alcuni testimoni grazie ai quali magistrati e squadra mobile sono riusciti a mettere in fila i tasselli per arrivare ad un quadro probatorio sufficiente ad affrontare un processo. Di fatto Desiree è rimasta in balia dei quattro arrestati per alcune, interminabili ore. Una lenta agonia prima della morte, in cui la giovanissima vittima era stordita da un mix letale di droga mentre il branco avrebbe abusato più volte di lei. Nell'ambito dell'udienza preliminare è stato svolto anche un incidente probatorio durante il quale sono stati ascoltati una serie di testimoni che erano presenti nello stabile in quelle drammatiche ore.

«Gli imputati ci hanno impedito di allertare i soccorsi per aiutare la ragazza», hanno ribadito fornendo elementi che verranno utilizzati come prova dell'accusa nel corso del processo. «Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée», ha commentato la nonna della minorenne che, così come la madre, ha seguito in prima persona le varie udienze preliminari. Nella vicenda sono, infine, coinvolte altre tre persone nei confronti dei quali non è contestato il reato di omicidio. Il pusher Marco Mancini, accusato della cessione di sostanza stupefacente alla minorenne ha chiesto di patteggiare la pena così come Alexander Asumado, a cui è contestata la cessione di sostanze ad altre persone, sempre all'interno dello stabile abbandonato. Infine per il settimo indagato, Antonella Fauntleroy, accusata di avere ceduto droga a Desiree, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

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