Diabolik, sfida sui funerali: ultrà pronti a violare i divieti

Diabolik, sfida sui funerali: ultrà pronti a violare i divieti
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
Lunedì 12 Agosto 2019, 09:48 - Ultimo agg. 14:45
5 Minuti di Lettura


ROMA Un funerale imposto? Mai. I familiari di Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, 53 anni, il capo ultrà della Lazio ucciso mercoledì con un proiettile alla nuca a Roma, rilanciano la sfida al Questore Carmine Esposito che ha firmato un'ordinanza per vietare le pubbliche esequie: «Noi tutti ha scritto Angela, la sorella di Piscitelli, in una lettera di diffida inviata ieri sera via pec le comunichiamo che non intendiamo essere presenti alla non meglio definibile procedura amministrativa da Lei predisposta per martedì 13 agosto (domani, ndr) alle ore 6 che dovrebbe sostituire il funerale cristiano del nostro amato congiunto e nel contempo, qualora Ella non ritenga la possibilità di una auspicabile riflessione in merito, circostanza di cui le saremmo eternamente grati, La diffidiamo in ogni caso dal voler procedere comunque».

Omicidio Diabolik, la sorella contro i divieti della Questura: «Mio fratello Fabrizio merita un vero funerale»
Diabolik, la famiglia dell'ultrà ucciso a Roma si appella al Papa: «No ai funerali privati». I tifosi: «Noi ci saremo»

Un messaggio ribadito nel grande striscione appeso dagli Irriducibili ieri accanto alla loro tana di via Amulio, nel quartiere Appio-Latino: «La morte è uguale per tutti... il funerale anche! Salutare Fabrizio è un nostro diritto!» e la cui immagine ha fatto il giro del web raccogliendo ora dopo ora, una sfilza di adesioni. Il rischio è che migliaia di tifosi, laziali ma anche appartenenti alle tifoserie di mezza Italia e dei club gemellati in Europa (dall'Inghilterra, Polonia, Bulgaria e Spagna) siano pronti a raggiungere la cappella del cimitero di Prima Porta ignorando il diktat di via di San Vitale. Tutto però dipenderà dal seguito che avrà il ricorso al Tar contro l'ordinanza già inviato tramite pec sabato dai familiari di Piscitelli e di cui i giudici amministrativi oggi prenderanno atto.

«Abbiamo presentato con carattere di urgenza dice l'avvocato Marco Marronaro che segue la famiglia un'istanza per chiedere la sospensione del provvedimento in attesa dell'udienza sul merito». Il Tribunale, vista l'urgenza e per non correre il rischio che la salma dell'ultrà, messa a disposizione della famiglia dopo l'autopsia effettuata giovedì, rimanga per giorni (se non per mesi in attesa di un responso) nei freezer dell'obitorio di Tor Vergata, potrebbe pronunciarsi e decidere nel merito già entro la settimana. Ma cosa? Se davvero come ritiene la famiglia Piscitelli l'ordinanza non contiene i presupposti giuridici richiamati dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza menzionati nel dispositivo, allora i funerali si faranno in forma pubblica. Difficilmente, però, ci sarà il tempo di organizzarli in pochi giorni, più probabile entro la fine del mese. In questo caso la Questura dovrebbe prepararsi, fra l'altro, a gestire un evento ritenuto comunque pericoloso per l'ordine pubblico. Ma c'è anche un altro scenario possibile: il Tar potrebbe rigettare l'istanza sulla richiesta della sospensiva presentata dei familiari di Diabolik. «In questo caso conclude l'avvocato Marronaro il Questore potrebbe decidere di dar seguito al provvedimento già martedì ma se poi l'udienza per il merito che sarà comunque fissata dovesse darci invece ragione?». La vicenda è tutt'altro che semplice perché se il Questore, in caso di un pronunciamento del Tar a favore, decidesse di dare seguito alla sua ordinanza, disponendo di imperio il funerale privato contro il volere della famiglia e alla successiva cremazione, si potrebbe riaccendere la miccia dell'odio e della violenza sugli spalti dell'Olimpico e di altri stadi italiani alla vicina ripresa del campionato. Insomma, impedendo la «santificazione» di Diabolik con un funerale in pompa magna, ci sarebbe addirittura il rischio di renderlo «un martire» agli occhi delle tifoserie più violente.

LA MEDIAZIONE
Non è escluso che da stamani parta una corsa contro il tempo per arrivare, pronunciamento del Tar o meno, a una mediazione tra famiglia e Questura, prendendo in considerazione la possibilità di fare svolgere esequie in forma pubblica ma con dei paletti ben definiti. Senza cortei, anche brevi, al seguito del feretro, né camera ardente, soprattutto in quel di via Amulio, dove dopo un derby del 2017 venne picchiato un poliziotto e dove, di solito, i daspati seguono le partite. La sorella di Fabrizio, Angela Piscitelli nella lettera al questore scrive che «le esequie devono avvenire, peraltro in assoluta serenità e compostezza, all'interno di un luogo destinato al culto (come la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice). In caso contrario, si renderebbe responsabile di aver leso i nostri più intimi ed elementari valori (...) e Le chiederemmo contezza di questo presso tutte le Sedi competenti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA