Rifiuti a Roma, resa di Ama: «È emergenza». Da lunedì caos raccolta in strada

Roma, resa di Ama: «È emergenza». Da lunedì caos raccolta in strada
Roma, resa di Ama: «È emergenza». Da lunedì caos raccolta in strada
di Mauro Evangelisti
Venerdì 22 Novembre 2019, 10:37 - Ultimo agg. 16:22
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Da lunedì sarà il panico. Ora i rifiuti si stanno accumulando, soprattutto nei centri di trasferenza di Rocca Cencia e Ponte Malnome, ma nei corridoi della sede di Ama di via Calderon de la Barca in molti si ripetono: possiamo resistere solo per due o tre giorni senza la discarica di Colleferro. L'emergenza rifiuti è cominciata ufficialmente. Lo ha spiegato l'amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, al termine di un'audizione in commissione trasparenza. «È iniziata alle 17.55 di mercoledì quando ci hanno comunicato la chiusura della discarica di Colleferro». In queste ore i rifiuti si accumuleranno sui marciapiedi perché Ama non sa dove portare gli scarti prodotti nell'impianto di trattamento di Rocca Cencia. C'è di più: anche la discarica di Roccasecca (Frosinone) ha fatto sapere di non accettare più i rifiuti mandati da Ama: Mad, la società proprietaria, ha scritto ad Ama dicendo che chiude i cancelli perché l'azienda municipalizzata non ha pagato una fattura da 730mila euro. Ama come è noto è senza bilanci, con le linee di credito revocate e questo nuovo intoppo rappresenta una sirena d'allarme potentissima. In serata la toppa last minute: «Abbiamo saldato le fatture, a Roccasecca vanno 100 tonnellate al giorno». Appena un decimo di quanto andava a Colleferro.

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LO STOP
Ma i rifiuti restano per strada anche perché per altri impianti di trattamento si devono fermare: Rida (impianto di trattamento di Aprilia) non riceverà più rifiuti di Roma perché non sa dove portare gli scarti visto che la discarica di Colleferro è chiusa. Lo stesso vale per Saf a Colfelice. EGiovi (gruppo Cerroni, ma affidata a un commissario nominato dal giudice) gestisce nei due impianti di trattamento di Malagrotta la fetta più importante di rifiuti romani: a regime 1.200 tonnellate giornaliere, ma anche qui, con la discarica di Colleferro chiusa, dovranno rallentare.
In realtà Roma sta vivendo due emergenze rifiuti. La prima è temporanea, legata alla chiusura per qualche giorno della discarica di Colleferro. La seconda è a tempo indeterminato, scatterà dal primo gennaio quando comunque quell'impianto, come programmato da tempo, cesserà la sua attività senza che Ministero dell'Ambiente, Regione e Roma Capitale abbiano trovato un'alternativa.

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E davvero viene da chiedersi di cosa si sia parlato nelle numerose riunioni della cabina di regia al Ministero che si sono svolte negli ultimi mesi: come quegli studenti che sanno di dovere sostenere un esame ma non hanno aperto il libro, Roma sta arrivando alla data dello stop della discarica totalmente impreparata. Perché ieri è stato chiuso l'impianto di Colle Fagiolara, a Colleferro, di proprietà di Lazio Ambiente (società della Regione)? Il 9 novembre un operaio è morto in un incidente sul lavoro. Il magistrato ora ha chiesto di garantire la stabilità dell'area di scarico. Lazio Ambiente si è rivolta ad una società specializzata, gli esperti oggi svolgeranno un sopralluogo e diranno che tipo di lavori vadano fatti e quanti giorni siano necessari. Zaghis ieri ha parlato di due settimane di chiusura, Zingaretti di tre o quattro giorni. In realtà la risposta definitiva ci sarà solo oggi, addirittura c'è chi non esclude che serviranno tre settimane. La raccolta, in questo modo, è destinata a fermarsi, anche se Ama sta cercando disperatamente aiuto da fornitori come Hera (Emilia-Romagna) o da Aciam, la società abruzzese che già riceve una parte dei rifiuti prodotti a Roma, anche se gli scarti prodotti però poi devono tornare nel Lazio, nella discarica di Colle Fagiolara. Altri impianti laziali - Roccasecca e Viterbo - possono essere di aiuto, ma ogni giorno Roma manda in discarica una montagna di scarti, circa 1.400 tonnellate. E non c'è sufficiente spazio. D'altra parte è solo la prova generale della grande emergenza che ci aspetta dal primo gennaio. La corsa a cento all'ora verso un muro continua.

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